Il Papa battezza i bambini il 12 gennaio del 2014 (Foto Osservatore Romano)
Com’è ormai tradizione, nella festa del Battesimo di Gesù, che conclude il Tempo di Natale, il Papa battezza alcuni bambini. Questa domenica, 8 gennaio, sono 28, 13 femminucce e 15 maschietti. La celebrazione alle 9.30 nella Cappella Sistina. Un momento importante, per loro, per i genitori e le famiglie, per la Chiesa intera. Chi viene battezzato infatti, come sottolinea il Catechismo, «è immerso nella morte di Cristo e risorge con lui come "nuova creatura"». Il sacramento, mentre rimette il peccato originale, tutti i peccati personali e le pene che ne derivano, stabilisce l’appartenenza «per sempre» a Cristo.
Ricordiamo la data del nostro Battesimo?
Il Battesimo è dunque un momento di grandissima importanza, come Francesco, in continuità con i suoi predecessori, non si stanca mai di sottolineare. «Non dimenticatevi – disse a genitori e padrini il 10 gennaio dell’anno scorso – che la più grande eredità che voi potrete dare ai vostri bambini è la fede. Abbiate cura che non venga persa, di farla crescere e lasciarla come eredità». Il giorno del nostro Battesimo – sono ancora parole di papa Bergoglio – è «la data della nostra rinascita come figli di Dio», per questo va festeggiato. Ma chi se lo ricorda? Compito per tutti allora, quello di «andare a cercare la data, chiedendo per esempio ai genitori, ai nonni, ai padrini, o andando in parrocchia».
Il Vangelo in tasca
Spesso la riflessione sul Battestimo, nella catechesi di Bergoglio, è anche lo spunto per riaffermare gli elementi fondanti della fede. Così l’11 gennaio 2015 parlando i familiari dei piccoli, indicò loro l’importanza della Parola di Dio, il Vangelo di Gesù, per aiutare i bambini «a crescere bene». Sarà importante allora «prendere l’abitudine di leggere tutti i giorni un brano del Vangelo, piccolino, portando sempre con sé un piccolo Vangelo in tasca, nella borsa, per poterlo leggere. E questo sarà l’esempio per i figli, vedere papà, mamma, i padrini, nonno, nonna, gli zii, leggere la Parola di Dio». «Voi mamme – fu l’aggiunta, tenerissima nel discorso di Francesco – date ai vostri figli il latte. Ringraziamo il Signore per il dono del latte, e preghiamo per quelle mamme – sono tante, purtroppo – che non sono in condizione di dare da mangiare ai loro figli. Preghiamo e cerchiamo di aiutare queste mamme. Dunque, quello che fa il latte per il corpo, la Parola di Dio lo fa per lo spirito: la Parola di Dio fa crescere la fede. E grazie alla fede noi siamo generati da Dio».
Il 14 battezzerà otto figli di terremotati
Il Battesimo come segno di rinascita in Gesù, come sigillo dell’appartenenza a Cristo. Per sempre. Concetti, che risulteranno ancora più chiari il prossimo 14 gennaio, quando il Papa battezzerà otto bambini nati ad Amatrice ed Accumoli tra le località più colpite dal devastante sisma che si è abbattutto sull’Italia centrale. Un gesto per riaffermare una volta di più la vicinanza del Pontefice a quelle popolazioni così duramente provate. «Per ricostruire» dopo una tragedia così grande, ha riaffermato Francesco non più tardi di giovedì scorso, «ci vogliono il cuore e le mani, le nostre mani, le mani di tutti. Quelle mani con le quali noi diciamo che Dio, come un artigiano, ha fatto il mondo. Le mani che guariscono». L’importante è non restare e sentirsi soli. Perché insieme si riparte meglio, con maggiore slancio. «La vicinanza – ha aggiunto il Papa ricevendo i terremotati il 5 gennaio scorso - ci fa più umani, più persone di bene, più coraggiosi. Una cosa è andare soli, sulla strada della vita, e una cosa è andare per mano con l’altro, vicino all’altro».