Conferenza stampa di presentazione del Family Global Compact e del Messaggio del Papa. Da sinistra: Pierpaolo Donati, suor Helen Alford, Gabriella Gambino e Matteo Bruni - Siciliani
Dialogo e collaborazione fra i centri universitari di studio e ricerca che si occupano di tematiche familiari; maggiore sinergia tra comunità cristiane e università cattoliche; diffusione di una cultura della famiglia e della vita nella società per agevolare proposte utili alle politiche pubbliche; arricchimento delle conoscenze per adeguare il servizio che la Chiesa rende alla famiglia dal punto di vista spirituale, pastorale, culturale, giuridico, politico, economico e sociale. È un altro tassello importante sulla via del rinnovamento profondo del rapporto tra famiglia e Chiesa quello posto oggi da papa Francesco con il lancio del Family Global Compact, promosso dal Dicastero laici, famiglia e vita e dalla Pontificia accademia per le scienze sociali, con la collaborazione del Cisf di Milano (Centro internazionale studi famiglia) diretto da Francesco Belletti, a cui toccherà il coordinamento scientifico dell’iniziativa e la preparazione dei rapporti.
Un lungo percorso avviato quasi dieci anni fa, nell’ottobre del 2013, con l’annuncio del doppio Sinodo sulla famiglia e poi confluito nel 2016 con la pubblicazione di Amoris laetitia, e giunto nel 2022 all’Anno speciale dedicato alla verifica della diffusione e dell’accoglienza del documento post sinodale. Oggi il lancio di questa grande alleanza culturale tra università e centri di ricerca a livello internazionale segna un altro punto concreto nel quadro di un tema, quello appunto della famiglia, che è fin dall’inizio al centro del pontificato di papa Francesco.
L’ha spiegato lo stesso Pontefice nel messaggio diffuso per sottolineare l’importanza del progetto, mentre il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero laici, famiglia e vita; suor Helen Alford, presidente della Pontificia Accademia delle sociali; Gabriella Gambino, sottosegretaria del Dicastero laici, famiglia e vita, e Paolo Donati, docente di sociologia a Bologna, hanno approfondito il senso dell’iniziativa nel corso di una conferenza stampa. Nel pomeriggio l’incontro tra i rappresentanti delle 30 università cattoliche e dei centri di ricerca per proseguire il confronto e avviare i primi passaggi del Family Global Compact.
Di cosa si tratta? “L’obiettivo – ha detto il Papa - è la sinergia, è fare in modo che il lavoro pastorale con le famiglie nelle Chiese particolari si avvalga più efficacemente dei risultati della ricerca e dell’impegno didattico e formativo che hanno luogo nelle Università. Insieme, Università cattoliche e pastorale possono meglio promuovere una cultura della famiglia e della vita che, a partire dalla realtà, aiuti le nuove generazioni – in questo tempo di incertezze e di carestia della speranza – ad apprezzare il matrimonio, la vita familiare con le sue risorse e le sue sfide, la bellezza di generare e custodire la vita umana”. L’aveva già scritto in Amoris laetitia (n.35), auspicando «uno sforzo più responsabile e generoso nel presentare le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della famiglia, così che le persone siano più disposte a rispondere alla grazia che Dio offre loro”.
Insomma, di fronte a crisi di senso generalizzata, a famiglie che si disgregano già nei primi mesi di matrimonio ma anche a giovani sempre più incerti sul significato e, soprattutto, sulla possibilità dell’amore per sempre, “alle università cattoliche – ha sottolineato ancora papa Francesco - è affidato il compito di sviluppare analisi approfondite di natura teologica, filosofica, giuridica, sociologica ed economica sul matrimonio e la famiglia per sostenerne l’effettiva importanza all’interno dei sistemi di pensiero e di azione contemporanei”.
La crisi familiare è un dato purtroppo concreto, che si percepisce ormai non solo nel mondo occidentale, alimentata “sia da difficoltà contingenti sia da ostacoli strutturali”. E questo induce molti giovani a declinare “la scelta del matrimonio in favore di forme di relazioni affettive più instabili e informali. Le indagini, però, mettono pure in luce come la famiglia – ha fatto notare il Papa - continui ad essere la fonte prioritaria della vita sociale e mostrano l’esistenza di buone pratiche che meritano condivisione e diffusione a livello globale. In tal senso, le famiglie stesse potranno e dovranno essere testimoni e protagoniste del percorso”.
La Chiesa, come più volte ribadito, non rinuncia a mettere in luce il valore del matrimonio e della famiglia perché proprio in questa scelta d’amore responsabile “si realizzano gran parte dei sogni di Dio sulla comunità umana”. Nessuna rassegnazione quindi di fronte al declino della famiglia che, ha concluso Francesco “è generatrice di bene comune: le buone relazioni familiari rappresentano una ricchezza insostituibile non solo per i coniugi e per i figli, ma per l’intera comunità ecclesiale e civile”.
Durante la conferenza stampa il cardinale Kevin Farrell ha ricordato il secondo capitolo di Amoris Laetitia, nel quale papa Francesco “ci invita a prestare attenzione alla realtà concreta della famiglia, affinché come Chiesa siamo guidati ad una capacità di comprensione più profonda di essa e maturiamo modalità più efficaci per trasmetterne la bellezza e il ruolo insostituibile nella società”. E ha ricordato che “la sfida più grande per il mondo accademico di ispirazione cattolica è portare avanti il compito educativo sulla famiglia e la promozione della vita umana, in armonia con la dottrina sociale della Chiesa”.
Sul rapporto tra famiglia e società è intervenuta suor Helen Alford, Pontificia Accademia delle Scienze sociali che ha fatto notare che, in quanto bene relazionale, la famiglia è “la fonte di una buona società, perché genera quei beni sociali fondamentali, come la fiducia, la responsabilità, la collaborazione, la solidarietà e tutto l'insieme delle virtù umane che sono essenziali per una vita sociale inclusiva e sostenibile”. Dopo l’intervento di Gabriella Gambino, il sociologo Pierpaolo Donati ha concluso sintetizzando le ricadute attese dal lancio del Family Global Compact: stimolo alle Università perché investano maggiori risorse, umane, organizzative e finanziarie, sulle tematiche familiari; sostegno alla formazione di reti fra i Centri/Istituti di ricerca, a partire da quelle già esistenti, allo scopo di coordinare in modo più efficace le attività delle singole sedi; favorire la complementarità e la interdisciplinarità delle ricerche; creazione e diffusione di buone pratiche di servizi alle famiglie, sia in ambito civile sia in ambito pastorale. “In sintesi – secondo Donati - il “patto globale” costituisce una agenda di lavoro per nuove politiche sociali, economiche e culturali, per nuovi servizi sul territorio e per collegare le attività pastorali alla vita quotidiana delle famiglie”.