lunedì 2 settembre 2024
Un nuovo forte appello di Francesco per un cessate il fuoco immediato nel conflitto in Palestina e Israele. Sulla Giornata del Creato: il grido della Terra ferita sta diventando sempre più allarmante
Papa Francesco all'Angelus del 1° settembre 2024

Papa Francesco all'Angelus del 1° settembre 2024 - Vatican Media

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Il Papa torna con forza a chiedere pace per la Terra Santa. Lo fa al termine della consueta preghiera domenicale di mezzogiorno, l'Angelus, pronunciato ieri dal balcone dell'appartamento papale affacciato su piazza San Pietro.

«Ancora una volta rivolgo con preoccupazione il mio pensiero al conflitto in Palestina e Israele, che rischia di allargarsi ad altre città palestinesi - ha affermato Francesco -. Faccio appello affinché non si fermino i negoziati e si cessi subito il fuoco, si rilascino gli ostaggi, si soccorra la popolazione a Gaza, dove si stanno anche diffondendo tante malattie, inclusa la poliomielite. Sia pace in Terra Santa, sia pace in Gerusalemme! La Città Santa sia luogo d’incontro dove i cristiani, gli ebrei e i musulmani si sentano rispettati e accolti, e nessuno metta in discussione lo Status Quo nei rispettivi Luoghi Santi».

Non è mancato il pensiero al «martoriato popolo ucraino», che in questi giorni è stato «duramente colpito da attacchi contro le infrastrutture energetiche. Oltre a causare morti e feriti, essi hanno lasciato più di un milione di persone senza elettricità e acqua. Ricordiamoci che la voce degli innocenti trova sempre ascolto presso Dio, che non rimane indifferente alla loro sofferenza!», ha sottolineato il Pontefice.

Papa Francesco ha anche rivolto un pensiero alle vittime e ai famigliari del terribile attacco terroristico avvenuto il 24 agosto a Barsalogho in Burkina Faso: «Nel condannare questi esecrabili attentati contro la vita umana, esprimo la mia vicinanza alla Nazione intera e il mio sentito cordoglio alle famiglie delle vittime. La Vergine Maria aiuti l’amato popolo del Burkina Faso a ritrovare la pace e la sicurezza», ha detto Bergoglio.

La preghiera è andata anche alle vittime dell'incidente avvenuto giovedì scorso a Recife in Brasile, dove il crollo del tetto del Santuario diocesano di Nossa Senhora da Conceição ha causato due vittime.

Sempre nei saluti finali, inoltre, il Papa ha ricordato la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, che si celebrava ieri e che apre il «Tempo del Creato» fino al 4 ottobre. «Auspico da parte di tutti, istituzioni, associazioni, famiglie e ogni persona, un concreto impegno per la nostra casa comune - ha detto il Papa -. Il grido della Terra ferita sta diventando sempre più allarmante e richiede un’azione decisiva e improrogabile».

Nella sua meditazione sul Vangelo domenicale, poco prima, il Pontefice si è soffermato sui rischi di una fede vissuta solo come ritualismo: «Gesù attira l’attenzione per mettere in guardia dal ritualismo, che non fa crescere nel bene, anzi, a volte può portare a trascurare, o addirittura a giustificare, in sé e negli altri, scelte e atteggiamenti contrari alla carità, che feriscono l’anima e chiudono il cuore», ha detto Francesco. «Non si può uscire dalla Santa Messa e, già sul sagrato della chiesa, fermarsi a fare pettegolezzi cattivi e privi di misericordia su tutto e tutti. Quel chiacchiericcio che rovina il cuore, che rovina l’anima - ha affermato il Papa -. O, ancora, non si può essere apparentemente molto corretti con tutti, magari fare anche un po’ di volontariato e qualche gesto filantropico, ma poi dentro coltivare odio verso gli altri, disprezzare i poveri e gli ultimi o comportarsi in modo disonesto nel proprio lavoro. Questa è una doppia vita e non si può. E questo è quello che facevano i farisei. La purità esterna senza gli atteggiamenti buoni, atteggiamenti misericordiosi con gli altri».

Infine, il Pontefice ha ricordato la beatificazione, avvenuta sabato a Šaštín, in Slovacchia, di Ján Havlík, seminarista della Congregazione della Missione, fondata da San Vincenzo de’ Paoli. «Questo giovane è stato ucciso nel 1965, durante la persecuzione del regime contro la Chiesa nell’allora Cecoslovacchia - ha raccontato Francesco -. La sua perseveranza nel testimoniare la fede in Cristo sia di incoraggiamento a quanti ancora oggi subiscono simili prove».

Prima di congedarsi dai fedeli presenti in piazza San Pietro, il Papa ha chiesto di pregare per il lungo viaggio, che lo vedrà oggi impegnato in una visita attraverso quattro Paesi e due continenti. Prima tappa sarà Giacarta, in Indonesia: la partenza dall'aeroporto di Fiumicino è prevista per oggi alle 17.15, ora italiana, mentre l'arrivo nel Paese sudasiatico è previsto per le 11.30 di domani mattina, quando in Italia saranno le 6.30.

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