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Mongolia si parte. Date certe: 31 agosto-4 settembre. Papa Francesco torna quest’anno in Asia orientale costeggiando la Russia e la Cina. Il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni ha riferito oggi la conferma delle date dopo l’invito ricevuto da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche del Paese dell’antico impero fondato da Gengis Khan. Una visita annunciata già diverse volte dal Papa, dopo che il quarantottenne cardinale Giorgio Marengo, missionario della Consolata e prefetto della capitale della Mongolia Ulan Bator, subito dopo il Concistoro dell’agosto 2022, aveva reso noto di aver invitato papa Francesco a visitare il Paese delle steppe, dove è radicata una piccola comunità cattolica. Sono infatti 1.450 i battezzati nel mezzo del buddismo tibetano, religione praticata dalla maggioranza della popolazione in una nazione che a fronte della vastità del territorio ha tra le più basse densità di abitanti al mondo: circa 3 milioni e mezzo, il trenta per cento dei quali è nomade e un terzo del totale della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
La Chiesa cattolica è nata nel 1992, dopo settant’anni di regime comunista. I primi missionari inviati appartenevano alla Congregazione del Cuore Immacolato di Maria con i padri Gilbert Sales e Robert Goessens e Wenceslao Padilla, che divenne responsabile della Missione sui iuris e poi primo prefetto apostolico di Ulan Bator fino al 2018.
Nella conferenza stampa in aereo di ritorno dall’ultimo viaggio apostolico in Ungheria, Francesco ha affermato riguardo il suo volo in Oriente: «Poi c’è il viaggio a Marsiglia, poi c’è il viaggio in Mongolia, e poi c’è un ultimo non ricordo dove…». Francesco aveva ribadito il suo desiderio anche nell’udienza del 14 aprile con i dipendenti di Ita Airways, la compagnia aerea che ha accompagnato gli ultimi voli papali: «E poi ci sarà Marsiglia, poi la Mongolia… e tutte queste cose che sono in lista d’attesa», aveva detto il Papa, a braccio, nel suo discorso. Anche nella conferenza stampa di ritorno dal viaggio in Congo e Sud Sudan, il 5 febbraio scorso, in risposta ad una domanda sui futuri viaggi, a riguardo aveva affermato che il 23 settembre sarebbe andato a Marsiglia «e c’è poi la possibilità che da Marsiglia voli in Mongolia, ma non è ancora definito». La tappa a Marsiglia rimane a fine settembre.
Intanto di questo nuovo viaggio nel quadrante orientale, dopo il Kazakistan del settembre dello scorso anno, «l’importanza è evidente, vuol dire che il Papa ha una attenzione particolare a quest’area del mondo e crede molto nella capacità dei popoli dell’Asia di convivere pacificamente, di trovare soluzioni non violente e sagge anche ai conflitti» aveva affermato il cardinale Marengo in un incontro con i giornalisti prima dell’ultimo Concistoro. «L’Asia – aveva continuato il giovane cardinale, missionario in Mongolia dal 2003 – è la culla delle grandi religioni del mondo, perciò il tema del dialogo interreligioso, della convivenza pacifica, dell’aiuto reciproco tra esponenti di varie fedi è una realtà di tutti i giorni. È prima una realtà che una teoria, e quindi questo può dire molto alla Chiesa e al mondo».
Ad attendere l’arrivo di Francesco nel Paese ci sarà il nunzio apostolico monsignor Alfred Xuereb, ex segretario del Papa, rappresentante pontificio e in Corea del Sud e in Mongolia. «Il programma e ulteriori dettagli saranno comunicati nelle prossime settimane» ha affermato il direttore della Sala Stampa vaticana.
Sarà il 43.mo viaggio apostolico internazionale del pontificato.