Il Papa incontra i partecipanti al Meeting organizzato dalla "Fratelli Tutti" - Osservatore Romano
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli». Papa Francesco prende a prestito questa storica frase del premio Nobel per la Pace, Martin Luther King (ucciso per la sua battaglia sui diritti civili per la popolazione afroamericana nel 1968) per raffigurare quanto l’umanità sta vivendo in questo tempo. Lo fa ricevendo i partecipanti al Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti, che nel pomeriggio di oggi sarà vita a dodici tavoli tematici sparsi in diversi luoghi del Vaticano e di Roma. “Tavoli di lavoro, che si sono preparati in questi mesi – sottolinea il Papa nell’udienza di questa mattina 11 maggio -, presenteranno alla società civile alcune proposte, centrate sulla dignità della persona umana, per costruire politiche buone, basate sul principio della fraternità, che ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza».
Far crescere il senso di fraternità
E di quanto bisogno ci sia di fratellanza, lo dimostra “il nostro pianeta in fiamme”. Un tempo nel quale “vi siete riuniti con l’intento di ribadire il vostro no alla guerra e sì alla pace, testimoniando l’umanità che ci unisce e ci fa riconoscere fratelli, nel dono reciproco delle rispettive differenze culturali”, aggiunge il Papa, che rivolge anche un ringraziamento specifico al gruppo di premi Nobel presenti all’incontro. “Desidero ringraziare il gruppo degli illustri premi Nobel presenti, sia per la Dichiarazione sulla fraternità umana elaborata il 10 giugno dello scorso anno, sia per l’impegno che avete assunto quest’anno nella ricostruzione di una grammatica dell’umanità, grammatica dell’umano, su cui basare scelte e comportamenti. Vi esorto ad andare avanti, a far crescere questa spiritualità della fraternità e a promuovere, con la vostra azione diplomatica, il ruolo degli organismi multilaterali”. Grammatica dell’umano che non può non partire dalla compassione, che il Pontefice definisce “atteggiamento chiave”.
Tornare a riconoscere la comune umanità
Parole, ammette il Papa, che sembrano in contrasto con quanto sta vivendo il mondo di oggi, ma allo stesso tempo invita tutti a non perdere di vista il fatto che “la guerra è un inganno. La guerra sempre è una sconfitta, così come l’idea di una sicurezza internazionale basata sul deterrente della paura. È un altro inganno”. Ecco, dunque, avverte papa Francesco che “per garantire una pace duratura occorre tornare a riconoscersi nella comune umanità e a porre al centro della vita dei popoli la fraternità. Solo così riusciremo a sviluppare un modello di convivenza in grado di dare un futuro alla famiglia umana. La pace politica ha bisogno della pace dei cuori, affinché le persone si incontrino nella fiducia che la vita vince sempre su ogni forma di morte”.
Nel tardo pomeriggio anche papa Francesco parteciperà a uno dei dodici tavoli. Ha scelto quello dedicato ai “bambini, generazione futuro”, sui quali in questi ultimi mesi sta investendo molto del suo magistero e delle sue azioni: dall’incontro con i nonni e i nipoti in Aula Paolo VI lo scorso 27 aprile fino alla celebrazione, il 25 e 26 maggio prossimi, della prima Giornata mondiale dei bambini con un incontro allo stadio Olimpico di Roma e la Messa in San Pietro il giorno successivo.