L'allegria dei giovani "nomadelfi"
La visita del Papa a Loppiano e Nomadelfia inizia da quest’ultima, località a 8 chilometri da Grosseto. Si tratta di un territorio di circa 4 chilometri quadrati che conta poco più di 300 abitanti, tra cui 50 famiglie. È una popolazione comunitaria di volontari cattolici che ha messo a fondamento della sua vita la fraternità evangelica. È stata fondata nel 1931 da don Zeno Saltini (1900-1981).
Il significato del nome
“Nomadelfia” è un neologismo creato dall’antico greco, e vuol dire: “legge di fraternità”. I membri di Nomadelfia lavorano all’interno della comunità senza compenso economico. Il lavoro infatti qui è vissuto come atto d’amore gratuito e come responsabilità condivisa. La proprietà dei beni è collettiva, con l’impegno a possedere solo il necessario ad una vita dignitosa.
Le famiglie di Nomadelfia non vivono isolate ma in "gruppi familiari" formati da quattro o cinque famiglie, con un numero di membri compreso fra le 20 e le 35 persone. In questa forma di coabitazione si condividono tutti gli aspetti della vita, imparando il sostegno reciproco ed il perdono. Fisicamente, il gruppo familiare è composto da una casa centrale, dove si svolge la vita diurna del gruppo, e da una serie di piccoli appartamenti per la notte ed i momenti di riposo, destinati alla singola famiglia.
Anche se la famiglia mantiene una sua individualità, la responsabilità educativa è condivisa da tutti i membri della comunità; una responsabilità che si estende anche all’esterno, attraverso l’accoglienza di bambini in stato di abbandono: un impegno ad un amore gratuito e incondizionato, che tutte le famiglie di Nomadelfia hanno sottoscritto.
Si diventa Nomadelfi dopo essersi sottoposti ad un periodo di prova di almeno tre anni. Questa regola vale anche per i figli nati o accolti nella comunità, i quali, compiuti i 18 anni, sono liberi di fare le loro scelte. I figli che lasciano la comunità vengono aiutati ad inserirsi nel mondo del lavoro e nella società, e restano comunque legati alle loro famiglie.
Democrazia diretta e scuola familiare
Al suo interno, Nomadelfia è organizzata come una democrazia diretta, nella quale tutti i membri effettivi partecipano attraverso l’Assemblea ad approvare le decisioni più importanti e a rinnovare le cariche costituzionali. Per la Chiesa, Nomadelfia è un’associazione privata di fedeli ed una parrocchia comunitaria. Per lo Stato, Nomadelfia è un’associazione civile, i cui membri versano nel fondo comune tutti i beni ricevuti a qualsiasi titolo. Il sostentamento della comunità è garantito da una cooperativa agricola. Attraverso il loro impegno gratuito nell’associazione, i Nomadelfi riescono a coprire la maggior parte delle esigenze della loro vita quotidiana, ed in particolare la cura dei bambini e degli anziani, la gestione degli aspetti amministrativi; le attività domestiche nei 12 gruppi familiari e i lavori di manutenzione ordinaria delle abitazioni.
La scuola familiare di Nomadelfia include tutti i cicli scolastici, dalla scuola dell’infanzia alle superiori. Qui l’insegnamento è basato sulla solidarietà e sulla collaborazione: attraverso l’istruzione si punta anzitutto allo sviluppo dei talenti del ragazzo, senza utilizzare i voti ma valorizzando l’impegno.
L'eredità di don Zeno
Nomadelfia è impegnata anche nell’accoglienza di visitatori, in piccole forme di sostegno a situazioni di povertà e in intense attività di apostolato. Fra queste segnaliamo in particolare una tournée estiva di spettacoli di danze, attraverso cui si spiegano alcuni aspetti della vita comunitaria, ed un musical che racconta la storia del fondatore don Zeno Saltini (1900-1981). La visita di Papa Francesco presso la comunità è stata preceduta da una udienza privata, concessa a tutta la popolazione, avvenuta in Vaticano il 17 dicembre del 2016, nonché da una visita effettuata dal suo predecessore Giovanni Paolo II il 21 maggio del 1989.
Il programma della visita
La visita del Papa a Nomadelfia inizia attorno alle 8 del 10 maggio quando Francesco atterra con l’elicottero al campo sportivo di Nomadelfia, dove sarà accolto dal vescovo di Grosseto Rodolfo Cetoloni, da don Ferdinando Neri, successore di don Zeno e da Francesco Matterazzo, presidente di Nomadelfia.
Quindi si sposterà direttamente presso il cimitero dove pregherà sulla tomba di don Zeno. Da lì raggiungerà il gruppo familiare "Il Poggetto". Al termine raggiungerà la sala don Zeno, dove sarà accolto dal popolo di Nomadelfia. I giovani gli offriranno alcune danze, mentre il Papa rivolgerà un discorso - l’unico - a tutti. Prima di ripartire alla volta di Loppiano, papa Francesco si porterà all’esterno per salutare i fedeli.