mercoledì 26 aprile 2023
Nel messaggio per la 60ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra domenica 30 aprile, il pontefice parla della risposta a una chiamata di fede. E racconta la sua nel 1953
Il Papa in Africa

Il Papa in Africa - Vatican Media

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"La chiamata di Dio include l'invio. Non c'è vocazione senza missione". E "farsi prossimo, come il buon samaritano, permette di capire il 'nocciolo' della vocazione cristiana: imitare Gesù Cristo che è venuto per servire e non per essere servito". Lo afferma papa Francesco nel Messaggio per la 60/a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebra domenica 30 aprile sul tema "Vocazione: grazia e missione".

"La chiamata del Signore è grazia, è dono gratuito, e nello stesso tempo è impegno ad andare, a uscire per portare il Vangelo", spiega il Papa nel testo diffuso oggi. "Animato dallo Spirito, il cristiano si lascia interpellare dalle periferie esistenziali ed è sensibile ai drammi umani, avendo sempre ben presente che la missione è opera di Dio e non si realizza da soli, ma nella comunione ecclesiale, insieme ai fratelli e alle sorelle, guidati dai Pastori".

QUI IL TESTO DEL MESSAGGIO

"Nel corso della nostra vita, questa chiamata, inscritta dentro le fibre del nostro essere e portatrice del segreto della felicità, ci raggiunge, per l'azione dello Spirito Santo, in maniera sempre nuova, illumina la nostra intelligenza, infonde vigore alla volontà, ci riempie di stupore e fa ardere il nostro cuore", sottolinea il Pontefice.

Che poi racconta: "A volte addirittura irrompe in modo inaspettato. È stato così per me il 21 settembre 1953 quando, mentre andavo all'annuale festa dello studente, ho sentito la spinta ad entrare in chiesa e a confessarmi. Quel giorno ha cambiato la mia vita e le ha dato un'impronta che dura fino a oggi".

"Però la chiamata divina al dono di sé si fa strada man mano, attraverso un cammino - prosegue -: a contatto con una situazione di povertà, in un momento di preghiera, grazie a una testimonianza limpida del Vangelo, a una lettura che ci apre la mente, quando ascoltiamo una Parola di Dio e la sentiamo rivolta proprio a noi, nel consiglio di un fratello o una sorella che ci accompagna, in un tempo di malattia o di lutto…La fantasia di Dio che ci chiama è infinita". Inoltre, "la vocazione è 'l'intreccio tra scelta divina e libertà umana', un rapporto dinamico e stimolante che ha per interlocutori Dio e il cuore umano".

Secondo papa Francesco, "la missione comune a tutti noi cristiani è quella di testimoniare con gioia, in ogni situazione, con atteggiamenti e parole, ciò che sperimentiamo stando con Gesù e nella sua comunità che è la Chiesa. E si traduce in opere di misericordia materiale e spirituale, in uno stile di vita accogliente e mite, capace di vicinanza, compassione e tenerezza, controcorrente rispetto alla cultura dello scarto e dell'indifferenza".

"Nella Chiesa, siamo tutti servitori e servitrici, secondo diverse vocazioni, carismi e ministeri - aggiunge -. La vocazione al dono di sé nell'amore, comune a tutti, si dispiega e si concretizza nella vita dei cristiani laici e laiche, impegnati a costruire la famiglia come piccola 'chiesa domestica' e a rinnovare i vari ambienti della società con il lievito del Vangelo; nella testimonianza delle consacrate e dei consacrati, donati tutti a Dio per i fratelli e le sorelle come profezia del Regno di Dio; nei ministri ordinati (diaconi, presbiteri, vescovi) posti al servizio della Parola, della preghiera e della comunione del popolo santo di Dio".

"Lo Spirito del Signore risorto ci scuota dall'apatia e ci doni simpatia ed empatia, per vivere ogni giorno rigenerati come figli di Dio Amore ed essere a nostra volta generativi nell'amore - conclude Francesco -: capaci di portare vita ovunque, specialmente là dove ci sono esclusione e sfruttamento, indigenza e morte. Così che si allarghino gli spazi dell'amore e Dio regni sempre più in questo mondo".

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