Squadre al lavoro nella nuova capitale indonesia Nusantara - Ansa
Giacarta ha i mesi, anzi, gli anni contati. Niente di apocalittico, per carità. Parliamo solo di Giacarta come capitale dell’Indonesia. Ma il caso è interessante sotto diversi punti di vista. Il governo ha infatti deciso di costruirne una nuova di sana pianta nel Borneo, l’isola più grande dell’arcipelago che costituisce il territorio di questa popolosa nazione. Fin qui nulla di strano. Di “città di fondazione” (come si chiamano quelle nate sulla base di una precisa volontà politica e di un progetto urbanistico) ce ne sono tante. In Italia basti pensare a Latina, Palmanova o Pienza.
Quartieri molto poveri e dalla fisionomia ben diversa dallo skyline caratterizzato da grattacieli di vetro e cemento del resto della megalopoli. Nella stagione delle piogge finiscono regolarmente sott’acqua. Di qui la decisione, maturata nel 2019, di spostare altrove la capitale. Ma la soluzione, sostengono gli ambientalisti, è come una pezza peggiore del buco, dato che nel Borneo c’è una delle foreste pluviali più importanti al mondo e che la costruzione di una nuova città potrebbe creare danni gravi all’ecosistema. Papa Francesco, si sa, a questi temi è sensibile.