Ponte San Pietro (Bergamo) sacerdote benedice le bare dei morti di Coronavirus - Ansa
Alla morte dei genitori, uccisi dal Coronavirus, a cui non ha potuto nemmeno dire addio, come è successo a tanti in provincia di Bergamo, Carlo Chiodi ha raccontato la sua sofferenza in una lettera a papa Francesco, che lo ha invitato con la famiglia a Roma lo scorso fine settimana e dopo la messa a Santa Marta li ha incontrati in forma privata.
Di questo incontro ha parlato anche il Pontefice durante l'Angelus quando ha esortato a non dimenticare le vittime del Covid. "Questa stessa mattinata - ha detto - ho sentito la testimonianza di una famiglia che ha perso i nonni, senza poterli salutare, in uno stesso giorno". Al Papa, riferisce l'Eco di Bergamo, Carlo, che di mestiere fa il camionista, accompagnato dalla moglie e dai due figli, ha regalato la bandiera "Noi amiamo Bergamo", un libro del suo medico di base, con alcune storie di vittime del virus e una confezione di aceto balsamico fortificato prodotto nel suo paese, Carobbio.
Il Papa "mi ha detto che il pianto e la collera sono umani, che arrabbiarsi è lecito e che rappresenta una forma di preghiera quando si è soli e si prova dolore. Ha continuato dicendo che trattenersi e convincersi di non soffrire non è la soluzione, ci si deve liberare dei pesi che attanagliano il cuore". "Ha ammesso di sentire dentro di sé il dolore del mondo e - ha concluso - che prega ogni giorno Dio per comprendere il senso di questa sofferenza. Durante l'udienza tremavamo, siamo rimasti a bocca aperta per l'umanità del Papa".