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I santi "non sono eroi irraggiungibili o lontani, ma persone come noi, nostri amici". Lo ha detto il Papa all'Angelus di oggi, solennità di Ognissanti, sottolineando che la santità è un dono offerto a tutti e un cammino che ognuno può intraprendere. "La santità è un dono di Dio che abbiamo ricevuto con il Battesimo: se lo lasciamo crescere, può cambiare completamente la nostra vita, illuminandola con la gioia del Vangelo". In altri termini può renderla felice. "Se ci pensiamo - ha proseguito Francesco -, sicuramente ne abbiamo incontrato qualcuno, qualche santo o santa “della porta accanto”: persone generose che, con l’aiuto di Dio, hanno corrisposto al dono ricevuto e si sono lasciate trasformare di giorno in giorno dall’azione dello Spirito Santo". Dunque la santità "è un dono offerto a tutti per una vita felice. E del resto - ha fatto notare il Pontefice -, quando riceviamo un dono, qual è la prima reazione? È proprio che siamo felici, perché vuol dire che qualcuno ci vuole bene; felici, beati, come oggi Gesù ripete tante volte nel Vangelo delle Beatitudini".
Ogni dono, però, ha aggiunto ancora il Papa "va accolto, porta con sé la responsabilità di una risposta e l’invito a impegnarsi perché non vada sprecato. Lo ricorda il Concilio Vaticano II, quando afferma che tutti i battezzati hanno ricevuto la stessa chiamata a «mantenere e perfezionare con la loro vita la santità che hanno ricevuto» (Lumen gentium, 40)". Per questo la santità è anche un cammino. "Un cammino da fare insieme, aiutandoci a vicenda, uniti a quegli ottimi compagni di cordata che sono i Santi", ha detto papa Bergoglio. Santi che "sono i nostri fratelli e sorelle maggiori, su cui possiamo contare sempre: loro ci sostengono e, quando nel cammino sbagliamo strada, con la loro presenza silenziosa non mancano di correggerci; sono amici sinceri, di cui ci possiamo fidare, perché desiderano il nostro bene, non ci puntano il dito contro e non ci tradiscono mai".
Con loro, ha fatto notare Francesco, "formiamo una grande famiglia in cammino, la Chiesa, fatta di uomini e donne di ogni lingua, condizione e provenienza, uniti dalla stessa origine, l’amore di Dio, e rivolti alla stessa meta, la piena comunione con Lui, il paradiso: loro l’hanno già raggiunto, noi siamo sulla via". Il Papa ha concluso quindi il suo intervento con alcune domande di stimolo alla riflessione. "Mi ricordo di aver ricevuto in dono lo Spirito Santo, che mi chiama alla santità e mi aiuta ad arrivarci? Lo ringrazio per questo? Sento vicini i santi, mi rivolgo a loro? Conosco la storia di alcuni di essi?". In definitiva, ha detto Francesco, "ci fa bene conoscere le vite dei santi e lasciarci muovere dai loro esempi. E ci fa tanto bene rivolgerci a loro nella preghiera".
Nel dopo Angelus, Francesco ha ricordato che domani, 2 novembre, si recherà nel Cimitero dei caduti del Commonwealth della II Guerra Mondiale a Roma. "E continuiamo a pregare - ha esortato - per le popolazioni che soffrono a causa delle guerre di oggi. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele. Non dimentichiamo tante altre regioni dove la guerra ancora è troppo forte", ha concluso.