domenica 3 novembre 2024
Francesco commenta il Vangelo della domenica e raccomanda di fare ogni cosa con amore. Una lode per la Costituzione italiana che rifiuta la guerra. "Sia per tutti così. Siamo in un momento buio"
Il Papa saluta i fedeli dalla finestra del suo studio nel palazzo apostolico

Il Papa saluta i fedeli dalla finestra del suo studio nel palazzo apostolico - ANSA

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Amare Dio e il prossimo è il comandamento fondamentale. Lo ha ribadito il Papa all'Angelus, ieri, domenica 3 novembre, commentando il Vangelo del giorno. Il Pontefice ha anche rilanciato il suo appello per la pace nel mondo e lodato la Costituzione italiana perché ripudia la guerra. In un messaggio a monsignor Philippe Jourdan, vescovo di Tallinn, in occasione del 100.mo anniversario dell'erezione dell'Amministrazione apostolica dell'Estonia, ha detto che la guerra in Europa riucorda i momenti bui del secolo passato.

Il breve discorso prima della preghiera mariana di mezzogiorno è stato dedicato, come di consueto, al Vangelo della liturgia di ieri. Esso "ci parla - ha notato Francesco - di una delle tante discussioni che Gesù ha avuto al tempio di Gerusalemme. Uno degli scribi si avvicina e lo interroga: 'Qual è il primo di tutti i comandamenti?'. Gesù risponde mettendo insieme due parole fondamentali della legge mosaica: 'Amerai il Signore tuo Dio' e 'amerai il tuo prossimo'. Con la sua domanda, lo scriba cerca 'il primo' dei comandamenti, cioè un principio che stia alla base di tutti i comandamenti; infatti, come sappiamo, gli ebrei avevano tanti precetti e spesso discutevano su quale fosse il fondamentale e c'erano discussioni tra loro, buone perché cercavano la verità".

"Questa domanda - ha quindi proseguito papa Bergoglio - è essenziale anche per noi, per la nostra vita e per il cammino della nostra fede. Anche noi, infatti, a volte ci sentiamo dispersi in tante cose e ci chiediamo: ma, alla fine, qual è la cosa più importante di tutte? Dove posso trovare il centro della mia vita, della mia fede? Gesù ci dà la risposta, unendo due comandamenti che dapprima erano separati: l'amore di Dio e l'amore del prossimo. In pratica, ha spiegato il Pontefice, "questo è un po' il cuore della nostra fede, questo è il cuore della vita cristiana! Tutti noi abbiamo bisogno di ritornare al cuore della vita e della fede, perché il cuore è 'la fonte e la radice di tutte le altre forze, convinzioni, passioni, scelte'. E Gesù ci dice che la fonte di tutto è l'amore, che non dobbiamo mai separare Dio dall'uomo. Al discepolo di ogni tempo il Signore dice: 'nel tuo cammino ciò che conta non sono le pratiche esteriori, come gli olocausti e i sacrifici, ma la disposizione del cuore con cui tu ti apri a Dio e ai fratelli nell'amore'".

Di qui l'appello conclusivo del Papa. "Possiamo fare tante cose, ma farle solo per noi stessi e senza amore non va - ha sottolineato - con il cuore distratto oppure chiuso. Le cose devono essere fatte con amore. Ricordiamoci questo: quando il Signore verrà, ci chiederà anzitutto conto dell'amore che abbiamo saputo offrire e di quello che invece non abbiamo donato - ha ribadito - È importante allora fissare nel cuore il comandamento più importante 'ama il Signore tuo Dio e ama il tuo prossimo come te stesso', e tutti i giorni fare il nostro esame di coscienza e chiederci: l'amore per Dio e per il prossimo è il centro della mia vita? La mia preghiera a Dio mi spinge ad andare verso i fratelli e ad amarli con gratuità? Io riconosco nel volto degli altri la presenza del Signore? La Vergine Maria, che portava la legge di Dio impressa nel suo cuore immacolato, ci aiuti ad amare il Signore e i fratelli".

Nel dopo Angelus, salutando alcuni gruppi di fedeli presenti in piazza, tra i quali quello di Emergency "impegnato a ricordare l'articolo 11 della Costituzione italiana che dice: 'l'Italia ripudia la guerra'", Francesco ha detto: "Possa questo principio attuarsi in tutto il mondo. La guerra sia bandita e si affrontino le questioni con il diritto e i negoziati. Tacciano le armi, si dia spazio al dialogo".

Un argomento, quello della guerra, toccato anche nel messaggio al vescovo di Tallinn. "Auspico che, mentre i cattolici dell'Estonia cercano di costruire una società radicata nella pace, nella giustizia, nella solidarietà e nella dignità di ogni persona umana, collaborino sempre di più con gli uomini e le donne di altre confessioni cristiane nel rendere una testimonianza unita alle promesse di Dio. Ciò è particolarmente importante nel contesto dell'attuale guerra in Europa - ha scritto papa Francesco -, che è fonte di profonda ansia e riecheggia tragicamente i momenti più bui degli anni passati". Il Pontefice si è anche augurato che "i cristiani estoni, insieme a tutte le persone di buona volontà, tendano la mano dell'amicizia ai rifugiati e ai più vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle".

Infine il pensiero di papa Bergoglio è andato agli alluvionati della regione di Valencia, in Spagna, con l'invito a pregare per loro e ad aiutarli anche con delle offerte.

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