Dalla Siria giungono ancora “notizie terribili, di bombardamenti con decine di vittime” e papa Francesco lancia l’ennesimo appello affinché si percorra la via del negoziato, “la sola che può portare a una pace che non sia quella della morte e della distruzione”. Nella notte tra sabato e domenica è stato condotto un sospetto attacco chimico a Duma, roccaforte dei ribelli siriani nella Ghouta orientale, alle porte di Damasco, e si contano decine e decine di morti, perlopiù donne e bambini. Il Pontefice prega “per tutti i defunti, per i feriti, per le famiglie che soffrono” e ricorda che non “c’è una guerra buona e una guerra cattiva” e che niente “può giustificare l’uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi”.
Prima della recita del Regina Coeli, papa Bergoglio aveva ricordato l’odierna Giornata internazionale dei rom e dei sinti, auspicando che “la cultura dell’incontro” favorisca “la volontà di conoscersi e rispettarsi reciprocamente”. Il Pontefice aveva chiesto “pace e fratellanza” per i “membri di questi antichi popoli”, precisando che oltre i muri della diffidenza c’è la “strada che porta a una vera integrazione”. “Cari rom e sinti – aveva aggiunto – pregate per me e preghiamo insieme per i vostri fratelli rifugiati siriani”.
Il pensiero del Papa era andato anche ai “fratelli e sorelle delle Chiese Orientali che oggi, secondo il calendario giuliano, celebrano la Solennità di Pasqua”. “Il Signore risorto – aveva pregato – li ricolmi di luce e di pace, e conforti le comunità che vivono in situazioni particolarmente difficili”.
Dopo la recita della preghiera mariana, il Pontefice lancia un appello per la Siria, dove è stato compiuto un sospetto attacco chimico a Duma, roccaforte dei ribelli nella Ghouta orientale
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