Sui social la professione di fede di un millennial presso la croce
domenica 14 maggio 2023

Il social di Emmanuele Magli, millennial, insegnante di religione nonché catechista su Tv2000, è per elezione YouTube. Sul canale “Religione 2.0” (bit.ly/3pD6CtN) – uno dei buoni frutti digitali cresciuti nell’infosfera ecclesiale a causa della pandemia – ha oltre 34mila iscritti e ciascuno dei suoi video didattici continua a guadagnare visualizzazioni a cinque cifre. Poi c’è una presenza digitale di tipo più personale, che comprende l’altro canale YouTube (“eMManuele magli”, 5mila iscritti bit.ly/41xCblS), su cui pubblica settimanalmente i video “Sfaso” di commento al Vangelo domenicale, e i profili Instagram (quasi 3mila follower) e Facebook (1.300 amici), dove i post sono davvero centellinati. Vale per tutti e tre, credo, la carta d’identità esibita nel primo: «Provo a spiegare perché, secondo me, ha senso essere giovani cristiani nel 2023!». Del tutto coerente con tale programma è il post (Instagram bit.ly/3M8D8vw e Facebook bit.ly/42Vk3DN) che Emmanuele Magli ha postato l’11 maggio. Lo accompagna una bella fotografia in bianco e nero scattata da Pietro Minella: si vede l’autore nella chiesa collegiata della parrocchia di Canepina (dalla cui pagina Facebook bit.ly/44YFeqo apprendiamo che era il 30 aprile scorso e Magli era stato invitato a parlare sulla “Gioia della fede”); lui parla stando in piedi davanti all’altare, mentre dietro un grande crocifisso, di foggia tradizionale, appena sfuocato ma non per questo meno visibile, si rivela essere il centro del discorso. Che infatti è, per la parte contenuta nel post, un’autentica professione di fede, la professione di fede di un ragazzo di questo nostro tempo. Da leggersi tutta, e tutta d’un fiato, come tutta d’un fiato – immagino – è stata scritta, anche se qui posso riportarne solo alcune frasi. « Perché credo? Perché mi sento amato. Perché c'è un Dio che ha dato la sua vita per me, lì, su quella croce», è l’incipit. « Perché guardando quella croce alle mie spalle non vedo un Dio giudice lontano e severo, ma un Dio che si è fatto come me, per me». «Credo perché c'è un Dio che vuole la mia gioia, niente di meno». « Perché in un mondo che non mi aspetta, che pretende sempre e solo il massimo da me credo in un Dio che è sempre al mio fianco». «Credo perché anche se non lo vedo lo sento. Credo perché mi rende felice. Credo».

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