Una decisiva faccia della politica fatta da cattolici. E i segni dei tempi
sabato 1 ottobre 2022

Caro direttore,
i cattolici ci sono, eccome, in politica; e non 'spariamo', come si domanda o accusa qualcuno, anche se non ci organizziamo in movimento o in partito: siamo le studiose e gli studiosi, le tecniche e i tecnici, quelle e quelli delle associazioni, ma anche dei gruppi di lavoro ministeriali, le cosiddette e cosiddetti 'secchione e secchioni', coloro che da anni preparano le 'paginette' sintetiche a ministri e capidipartimento ministeriali. Per tutti, insomma. A richiesta, a destra e a sinistra. Perché le proposte che offriamo sono concrete, hanno la copertura economica, reggono la prova bilancio. E, vabbè, siamo istituzionali e abbiamo il privilegio di servire l’Italia e di condividere orgogliosamente il 'programma' Draghi e Zuppi, sì Zuppi, il cardinale presidente della Cei. Si può fare. Io vado avanti. E quando c’è da decidere, da fare e da servire, senza presunzione di completezza, ci sono. Non perdiamo tempo in dibattiti inutili.

Alessandra Servidori


Nomen omen. Non gioco mai coi cognomi degli altri, per ragioni intuibili visto il cognome che porto: 'Tarquinio Prisco o Superbo?', mi chiedono da quando facevo la terza elementare… E avendo messo presto i capelli bianchi ho potuto sempre rispondere 'Come si vede, sempre più Prisco – che in latino vuol dire vecchio – e sempre meno Superbo'. Ma lei, cara professoressa, è e si sente Servidori di nome e di fatto, servitrice della Repubblica (la cosa di tutti). E questo mi piace molto e mi conferma nell’idea alta, e nel profondo rispetto, che ho per figure come la sua che mi ricordano – e ancora una volta lo dico con ammirazione ed emozione – l’azione tenace, la lucidità e il sacrificio di persone come Marco Biagi. Anche lui un cattolico poco preoccupato delle etichette. Grazie, dunque, per la sua spazientita chiarezza e per il suo servizio (anche nella macchina ministeriale) sulle frontiere del welfare, così delicate e decisive nella nostra società ancora molto bella, ma purtroppo impoverita di risorse, di giovani e appesantite di sciupii, di miopie e di egoismi. È vero: anch’io ricordo spesso che tante cattoliche e tanti cattolici s’impegnano soprattutto là dove non si vede troppo, e che anche questa è 'politica', alta e buona. Che facciamo con altri, che magari vengono da altre strade, sentendo lo stesso dovere e la stessa urgenza. Ma scruto, come tanti altri, i 'segni dei tempi' e mi rendo conto che il tempo duro e bellico che stiamo vivendo sta cominciando a dirci che probabilmente serve, esplicitamente, visibilmente, di più. Anche in questo senso credo si debba intendere il suo «non perdiamo tempo in dibattiti inutili ».

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