Caro direttore,
sono un papà (felice) di 14 figli. Le scrivo per due motivi. Il primo per ringraziare di cuore ognuno di voi. Ringrazio lei che è il direttore del quotidiano più “ricco” e prezioso che io conosca. Ringrazio tutte le persone che vi lavorano, che scrivono e che fanno molto bene a un sacco di gente. Noi, la mia meravigliosa sposa, i miei figli e io, viviamo da 18 anni in Brasile in una Missione della Comunità Cenacolo che accoglie bambini di strada abbandonati e orfani. Ringrazio Dio per averci “chiamato” e per averci dato la forza di “rimanere” qui per tutto questo tempo. La nostra storia – i 14 figli, la Missione, il motivo per cui siamo qui... – è un po’ lunghetta e allora, magari, gliela racconto un´altra volta. Oggi le scrivo perché ho letto e riflettuto su una lettera indirizzata a lei, e che lei ha commentato lo scorso 18 settembre: parla di un ragazzo Down al lavoro e della «tenerezza» che ha suscitato in un cliente di supermercato. Desidero soltanto condividere che anche noi siamo stati benedetti da Dio con l´arrivo di un bambino Down, il nostro ultimo figlio. È di una tenerezza, sensibilità e dolcezza incredibili. Sono davvero dei bambini “speciali”. Quando F. è nato ci siamo informati, abbiamo chiesto, letto per poterlo aiutare a crescere nel modo giusto. Abbiamo imparato tante cose, a cominciare dal fatto che sono bambini con seri problemi di salute (sono ipotonici, cioè con tutti i muscoli del corpo più fragili, e spesso soffrono di problemi cardiaci) e che richiedono tanta attenzione, tempo e amore. La scoperta più interessante è però che sono particolarmente sensibili, e soprattutto sono puri. Sì, puri. Loro non filtrano i pensieri, i gesti o le risposte con la malizia, l´interesse o la convenienza. Sono puri! E insegnano a noi la purezza. F. ci sta insegnando ad amare come Dio ci ama. Come ognuno dovrebbe amare. È un bambino fantastico. Sia noi che tutti i suoi fratellini siamo letteralmente appassionati di F., siamo convinti di essere stati “scelti” per ricevere un regalo “speciale”! Così come ogni famiglia che riceve come dono speciale un bimbo Down deve essere consapevole di essere stata scelta da Dio. È un dono e non un peso o un problema. È un dono immenso! In questi giorni tra le tante “fesserie” che abbiamo sentito sui bimbi Down ce n’è una in particolare che mi ha colpito e soprattutto mi preoccupa. Avvenire ne ha parlato diffusamente: è la tesi di quel noto scienziato che sostiene che mettere al mondo un bambino Down sarebbe un atto immorale! Mamma mia a che punto siamo arrivati. Non è più immorale abortire, ma sarebbe immorale dare alla luce un bimbo... In questo caso, un bimbo che ci può aiutare a diventare più “umani”, più veri! È preoccupante vedere come ci stiamo allontanando da Dio e quindi ci allontaniamo dalla Verità. Ho voluto soltanto condividere con lei la gioia che noi viviamo tutti i giorni con nostro figlio. Desideriamo ringraziare Dio per averci fatto un regalo così grande e bello. Grazie e un caro abbraccio.
Maurizio Alesso - Associação São Lourenço
E io come posso, caro amico, non condividere a mia volta la vostra gioia con tutti i nostri lettori? Lei fa capire molto bene quale e quanta differenza ci sia tra chi esercita retorica e chi parla di ciò che vive, tra chi giudica dall’alto e da lontano la vita degli altri e chi, invece, è abituato a parlare e a misurarsi con le persone occhi negli occhi. In fondo è stato un bene che la violenza di espressioni usate come pugni da un uomo di scienza abbia scosso almeno una parte dell’opinione pubblica mondiale e “costretto” a mettere vera attenzione sull’ostile e scandaloso pregiudizio riservato alle persone affette da sindrome di Down. Le sono molto grato per la sua appassionata e testimonianza. Abbracci F. per me e con lui tutto il resto della sua grande e bella famiglia. Se poi le verrà voglia di raccontarmi la sua storia «un po’ lunghetta», sa dove trovarmi. Grazie ancora, sono lettori come lei che ci aiutano a essere un giornale “ricco“.