Caro direttore
leggo un tweet del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, se non sbaglio cattolico, che ha fatto rimuovere i manifesti dell’associazione “Pro Vita e Famiglia” contro l’uso della Ru486 «perché i manifesti miravano a ingenerare allarme per la salute e la vita delle donne che ne facciano uso» (copio le parole del sindaco). A me questa sembra una censura bella e buona; il sindaco sarà in buona fede, ma mi sembra che ci stiamo incanalando verso un “pensiero unico” che non fa bene a nessuno, soprattutto a chi non segue questa scia facilmente influenzabile. Direttore non crede che dovremmo rivedere anche l’abc dei cattolici in politica?
Marco Sostegni, Vinci (Fi)
Lo penso, sì. E mi dispiace, caro signor Sostegni, che Giorgio Gori, uomo che conosco e ritengo intelligente, competente e sensibile, abbia compiuto un simile errore. Ma penso pure che questo abc dei valori e delle libertà fondamentali che lei evoca riguardi non soltanto i cattolici laicamente impegnati in politica, ma anche i “laici laici”. La censura è una brutta bestia: per un po’ tiene lontana la libertà d’espressione, ma alla fine azzanna se stessa e, ovviamente, chi si è illuso di governarla e di darle un innocente nome da cagnolino di compagnia.