La sera dell'ottavo giorno del conflitto scende sull'Ucraina con il tramonto tinto di un pallido rosa speranza. Il secondo round di colloqui in Bielorussia ha dato come esito il via libera a corridoi umanitari per l'evacuazione di civili dalle zone di combattimenti più intensi. Non è la tregua sperata, ma è meglio di un nulla di fatto. Il negoziato proseguirà la prossima settimana, mentre ora è da dettagliare l'applicazione di questa prima intesa, che dovrebbe implicare anche un cessate il fuoco circoscritto alle zone interessate. Alla conclusione del tavolo, i commenti delle due parti sono stati discordanti. Per la delegazione ucraina non si è raggiunto il livello minimo di accordi, mentre Mosca ha fatto sapere che progressi sono stati compiuti.
Difficile valutare in queste ore la reale forza militare e diplomatica del Paese aggressore e del Paese resistente. Il presidente russo Putin si è presentato in tv all'ora di cena a Mosca per lodare gli eroi che stanno combattendo per la difesa della patria contro la minaccia dei neonazisti di Kiev, accusati di ingannare la popolazione e di usare i civili come scudi umani. Un discorso, quello del leader, tutto rivolto all'interno, tanto da arrivare a elencare i risarcimenti per le vittime al fronte: 7 milioni di rubli, equivalenti, secondo il cambio odierno del rublo in caduta libera, a meno di 60mila euro. Segnali di insofferenza per la guerra arrivano perfino dal Cda di Lukoil, la seconda compagnia energetica del Paese, mentre sui mercati i titoli di Stato precipitano a livello di "spazzatura".
Questo non significa che la fermezza del Cremlino vacilli. Putin ha parlato al telefono con Macron e le impressioni riferite dal presidente francese sono di un peggioramento in vista sul campo: "Mosca vuole tutta l'Ucraina". Secondo analisti militari americani, ora i russi puntano a indebolire i combattenti nemici con colpi su obiettivi civili, come è accaduto Chernihiv. Inoltre, la macchina della propaganda è stata messa in moto a pieni giri, con chiusure di emittenti televisive e lezioni speciali nelle scuole per spiegare che l'operazione speciale oltre i confini non è un atto di guerra offensiva, che la Russia è una con l'Ucraina e c'è un unico popolo.
Il presidente Zelensky, sull'altro fronte, chiede intanto un negoziato ravvicinato ad alto livello. Ha bisogno di un cessate il fuoco per riorganizzare il suo campo e dare sollievo alla popolazione. I profughi fuoriusciti sono ormai un milione. L'Unione Europea ha trovato un accordo al suo interno per l'accoglienza privilegiata degli ucraini. Ma il flusso potrebbe aumentare vertiginosamente fino a 10 milioni di persone, avverte l'Onu. A quel punto, l'esercito di Kiev si troverebbe a difendere un Paese che ha perso un quarto degli abitanti.
La partita militare è comunque complicata anche per Mosca, sempre più isolata a livello internazionale - anche i suoi atleti paralimpici sono stati esclusi dalle Olimpiadi di Pechino - con ripercussioni sull'opinione pubblica interna. L'impressione è che Putin voglia accelerare per ottenere il più possibile in tempi brevi. Se l'Ucraina saprà resistere, si arriverà forse a una trattativa più strutturata in cui nessuno uscirà completamente sconfitto e potrà salvare la reputazione sul fronte interno. Al Cremlino siede però una sfinge ancora imperscrutabile.