Addio 140 caratteri. Addio «twittatori » costretti alla sintesi. Twitter cambia. E raddoppia i caratteri a disposizione degli iscritti: da 140 a 280. Immediate le reazioni degli utenti, molte critiche. Molte ironiche. La battuta più gettonata è arrivata di prima mattina: «Se con 140 caratteri a disposizione Trump ha quasi scatenato una guerra con la Corea, chissà cosa potrà combinare con 280 caratteri». Risposta (amara): «In realtà gliene bastano tre: war».
Per ora si tratta di un test, che sarà ristretto solo ad una parte di utenti, per poi diventare disponibile a tutti. Sarà aperto a tutte le lingue tranne al cinese, giapponese e coreano, perché solo l’0,4% degli utenti di questi tre Paesi (campioni della sintesi) usa già oggi tutti i 140 caratteri a disposizione. L’amara verità è che questa mossa non è pensata per favorire gli utenti, i quali a gran voce chiedono da tempo come prima novità la possibile modifica dei tweet (che invece non arriva). Il cambio di strategia di Twitter è solo l’ennesimo segnale della crisi pesante nel quale il social network dei «cinguettii » si è impantanato.
Da anni è fermo a 328 milioni di utenti. Contro gli 800 milioni di Instagram e i 2 miliardi di Facebook. Piace ai giornalisti, ai politici e alle star ma molto meno alle persone comuni. Da quando nel 2013 si è quotata in borsa, non macina alcun profitto ma continua a calare inesorabilmente. Nel 2016 ha perso 450 milioni di dollari e nell’ultima trimestrale di giugno ha registrato perdite per 116 milioni di dollari. Da tempo Twitter sperimenta la strada dell’allargamento dei «tweet» perché i 140 caratteri che molti adorano, in realtà penalizzerebbero molti utenti.
I non dotati del dono della sintesi twittano sempre meno, ma anche le «conversazioni » tra utenti ne risulterebbe penalizzate. Per questo Twitter ha già fatto alcune concessioni, dapprima evitando di conteggiare nei caratteri a disposizione i contenuti multimediali, poi i link e le menzioni degli utenti con cui si conversa online. Difficile dire se una mossa simile funzionerà. Ma la società ne è convinta. Dai test fatti in tutti i mercati dove è presente Twitter si sono accorti che «quando le persone non sono costrette a comprimere i propri pensieri in 140 caratteri twittano di più». Gliene basteranno 280?