Caro direttore,
l’Italia si conferma ancora una volta come una delle più strenue sostenitrici dell’economia sociale. Il nostro Paese è tra i promotori, insieme ad altri 14 Stati, di una risoluzione che sarà approvata oggi, 18 aprile 2023, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo: “Promuovere l'economia sociale e solidale per uno sviluppo sostenibile”. Una tappa storica nel confronto che vede contrapporsi due modi di intendere il ruolo che l’economia deve avere nelle nostre società. Da un lato l’«economia del noi», dall’altro l’«economia dell’io». Nella prima il fenomeno economico è messo a disposizione di un fine che è quello della crescita e dello sviluppo della persona, delle comunità e dei territori.
Nel secondo modo di intendere l’economia invece si invertono i ruoli: il fine diventa quello della crescita a ogni costo, a favore di chi riesce a massimizzare il profitto e in cui persone, comunità e territori sono considerati alla stregua di meri fattori produttivi. Un modello, quello dell’«economia dell’io», che sta mostrando in questi ultimi anni tutta la sua inadeguatezza. L’«economia del noi», invece, è uno degli elementi costitutivi del movimento cooperativo. Senza, non saremmo quello che siamo: imprese che nascono per auto-organizzare la risposta a dei bisogni mettendo insieme debo-lezze, generando utilità a favore di chi ne ha necessità. A partire dal 2015 le Nazioni Unite hanno assunto un ruolo via via più attivo nel sostenere politiche di sviluppo socialmente ed economicamente sostenibili.
È proprio di quell'anno la risoluzione che contiene l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nel 2016 è stata la volta della risoluzione sulla New Urban Agenda, che contiene l'impegno a sostenere le micro, piccole e medie imprese e le cooperative in ogni parte del mondo e lungo tutta la catena del valore, in particolare le imprese e le aziende dell'economia sociale e solidale. Nel 2021, con la risoluzione 76/135 intitolata “Le cooperative nello sviluppo sociale”, l’Onu ha dichiarato la necessità di sostenere le cooperative e le loro attività, riconoscendo alle imprese mutualistiche, nelle varie forme che assumono, la capacità di promuovere la massima partecipazione possibile allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali.
Con la risoluzione di oggi, l’Assemblea generale incoraggia gli Stati membri a promuovere e attuare strategie, politiche e programmi per il sostegno e il potenziamento dell’economia sociale e solidale sia sul piano normativo che culturale. In particolare, sul primo fronte attraverso la definizione di quadri giuridici specifici, della previsione di regimi fiscali di favore e corsie preferenziali negli appalti pubblici, facilitando, inoltre, l’accesso delle organizzazioni dell’economia sociale e solidale ai servizi finanziari e ai finanziamenti. Sul piano culturale il Palazzo di Vetro chiede agli Stati membri di inserire l’economia sociale nei programmi di istruzione e nei progetti di ricerca e sviluppo.
Dal canto suo, l’Onu, in tutte le sue articolazioni, assumerà l’impegno di valorizzare le forme di economia sociale, promuoverle nelle istituzioni finanziarie multilaterali, internazionali e regionali e presso le banche di sviluppo. L’Assemblea, inoltre, chiederà al Segretario generale di preparare un rapporto sull'attuazione di questa nuova risoluzione e di inserire nell’ordine del giorno provvisorio della sua 79° sessione, al punto “Sviluppo sostenibile”, una sottovoce intitolata “Promuovere l’economia sociale e solidale”. Una conferma, semmai ce ne fosse stata necessità, che senza economia sociale non ci può essere sviluppo sostenibile. C’è tanta strada da fare, le cooperative sono in prima linea.
presidente Confcooperative