L'altra mattina mi sveglio alle sette, abbastanza presto rispetto ai ritmi estivi, e non riuscendo a riaddormentarmi, dopo essermi girato e rigirato nel letto caldo di questo luglio, decido di prendere la macchina e farmi un giro verso il centro di Maratea. È qui che passo l’estate da oltre quarant’anni, un luogo tipico del Sud dove, a parte il bar della piazza sempre aperto, alle sette del mattino puoi star certo che troverai tutto chiuso e nessuno in giro. Eppure mentre l’automobile sale pigramente i tornanti che conducono al paese, all’improvviso sono attratto da un insolito spettacolo (questo l’effetto che si produce quando un luogo viene frequentato soltanto saltuariamente: le novità le noti subito): giro una curva e con la coda dell’occhio vedo che c’è qualcuno per strada, uomini che entrano ed escono da un locale, proprio lì dove lo scorso anno c’era la parafarmacia, negozio di cui ancora ignoro la natura e la funzione, solo che ora c’è un’altra scritta, blu elettrica, tendente al viola, su sfondo arancione, 'Eurobet' e qui invece capisco subito natura e funzione dell’esercizio commerciale: le scommesse, in tutte le sue possibili diversificazioni e diramazioni.
Forse me l’aspettavo, penso tra me e me, però il colpo è duro ugualmente: amo questo luogo e l’arrivo del centro scommesse, affollato anche di prima mattina, mi appare come un colpo inferto direttamente al suo cuore. Ripenso alla scena, rapidissima, che ho appena visto mentre con la macchina entro nel centro del paese, mi chiedo chi siano quegli uomini che entravano e uscivano da Eurobet, maschi, adulti, di mezza età, il volto abbastanza anonimo. Penso che qui a Maratea mi reco ogni estate da tanti anni per riposare e ristorarmi e penso, per contrasto, all’implacabilità disumana dell’ossessione del gioco d’azzardo. Mi viene in mente il titolo del film 'Wall Street', quello del 2017, remake dell’originale del 1987 di Oliver Stone con Michael Douglas: «Il denaro non dorme mai». E penso ancora che forse avrei fatto meglio a rigirarmi nel letto cercando di riprendere sonno. Forse proprio il riposo è uno dei segni inconfondibili di Dio.