«Scuole superiori meglio a distanza». No, ognuno faccia bene la sua parte
giovedì 15 ottobre 2020

Gentile direttore,
bene hanno fatto le Regioni a riproporre la 'didattica a distanza' per le scuole superiori. L’unico modo per evitare gli assembramenti anche di duemila persone davanti a una scuola, per ridurre l’affollamento nei mezzi pubblici, per spingere l’innovazione tecnologica nelle scuole al posto di certi ridicoli banchetti e per ridurre le presenze nelle scuole superiori, con dirigenti scolastici ormai super-stressati. Tutti sappiamo tutto sull’importanza della scuola 'in presenza', ma non stiamo vivendo la normalità ma un’emergenza. Meglio figli tecnologici che genitori e nonni nelle terapie intensive.

Valerio Mancini

E se provassimo a fare la cosa giusta sia per figli e nipoti sia per genitori e nonni? Vede, gentile signor Mancini, nella vita non si può avere tutto, ma negare l’essenziale (o renderlo irraggiungibile, che è lo stesso), è sempre un errore. La salute di quelli della mia generazione è essenziale, la formazione scolastica (formazione, che è anche ma non solo istruzione) della generazione più giovane lo è altrettanto. Per questo anch’io ho detto e ripetuto per mesi che la scuola italiana andava riaperta per restare aperta, e che bisognava lavorare per non doverla richiudere al primo addensarsi di nuvole pandemiche, ma solo e soltanto in caso di crisi sanitaria di nuovo grave e seria. Devo dire che la scuola ha fatto e continua a fare la sua parte, le altre istituzioni (centrali e locali) e gli altri servizi (dai trasporti all’ordine pubblico) facciano la propria. Se si tornerà alla sola didattica a distanza, sarà una sconfitta per tutti. Meglio vivi che sconfitti? Certo. Ma molto meglio non perdere in questa prova per abbandono del campo.

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