Caro direttore,
spiace dopo dieci anni in cui il giorno del ricordo è legge, vedere che la Capitale d’Italia, Roma, sopprima le visite agli studenti per ricordare quel pezzo di storia nazionale, che riguarda gli italiani dell’Adriatico Orientale e le tragedie che hanno passato nel Novecento, dopo che il sindaco Veltroni le promosse. Gli istriani fiumani e dalmati hanno patito la seconda guerra mondiale provocata dal nazifascismo, successivamente, mentre il resto d’Italia ritrovava la libertà, hanno subito l’occupazione e la repressione comunista e nazionalista del regime di Tito, con le foibe, la soppressione della libertà di parlare la propria lingua, di vivere la propria religione. Tante furono le vittime. Questo obbligò la stragrande maggioranza della popolazione a fuggire e abbandonare i propri luoghi di presenza millenaria. Città come Pola, Fiume e Zara si svuotarono. Questi italiani non erano 'fascisti', e quando poterono votare liberamente lo dimostrarono massicciamente. Per una certa sinistra risultò comodo etichettarli in quel modo per giustificare i misfatti del comunismo. Con la Giornata del ricordo, una gran parte della sinistra politica comprese questo. Voglio ricordare in particolare il presidente Napolitano, che in tutti questi anni ci è stato vicino, riuscendo a far capire e rispettare la nostra tragedia, anche alle massime istituzioni degli Stati di Slovenia e Croazia.
Renzo Codarin, Presidente della Federazione degli Esuli
QUEI POLITICI E LA 'FACCIA DI BRONZO'
Caro direttore,
congratulazioni a lei e ad 'Avvenire' per come avete trattato la questione 'foibe-scuole-Comune di Roma'. Solo un commento: continuo a meravigliarmi della 'faccia di bronzo' di certi politici, quando sono messi di fronte ai propri errori, e/o devono nascondere il proprio vero pensiero: nella risposta parlano di altro. L’ho notato anche nel caso del suo intervento mercoledì 22 gennaio in tv (a 'Porta a porta'): alla sua richiesta a Matteo Renzi di esplicitare la propria posizione sul 'matrimonio omosessuale' e sull’inesistente ma rivendicato 'diritto ai figli', Renzi ha risposto parlando... di 'ius soli' dei bimbi stranieri!
Raimondo Strassoldo, Cervignano del Friuli (Ud)
MA LA VERITÀ DEVE ESSERE CONOSCIUTA
Caro direttore,
ho letto sul suo quotidiano le giuste rimostranze suscitate dall’irragionevole e antistorica decisione della Giunta Marino del Comune di Roma di annullare i viaggi del ricordo per le scolaresche della Capitale, consuetudine che era ormai consolidata a Roma. Decisione preceduta dall’infausta dichiarazione del vicesindaco Luigi Nieri nell’agosto scorso e solo 'tiepidamente', e non fattualmente, smentita. Il disegno c’era già e la scusa delle risorse finanziarie appare oggi solo un debole pretesto. Diventa ancora una volta l’occasione perché una non conoscenza, una faziosità politica, una negazione dei valori della cultura e della storia prevalgano e cancellino quanto una legge di 10 anni fa ha voluto recuperare, soprattutto per i giovani delle scuole e della nazione tutta, per far conoscere una pagina 'strappata' della nostra storia. È emblematico che ciò avvenga quando anche alcune componenti nazionali, finora contrarie e ostili (parte dell’Anpi) cominciano a rendersi conti di convinzioni errate sostenute finora. È il momento in cui la verità storica deve emergere ed essere conosciuta, specialmente dai giovani, che hanno il diritto di sapere e farla propria, rappresentando il patrimonio culturale dell’Italia di domani. La ringrazio, caro direttore, per l’attenzione che ha voluto dedicare a questi fatti, che Roma incredula deve ancora vivere, e spero che avrà ancora numerose occasioni per riaffermare e rendere visibili i fatti storici, che hanno costituito il dramma dell’esodo fiumano, istriano e dalmata, che ha segnato la vita di centinaia di migliaia di famiglie, che hanno lasciato tutto per restare italiani; e ancora oggi darebbero tutto perché la verità sia conosciuta, specie dalle giovani generazioni.
Guido Brazzoduro - Sindaco del Libero Comune di Fiume in esilio, Milano
LE SCUOLE ROMANE E LE 'RIDUZIONI' MATEMATICHE
Caro direttore,
le promesse del sindaco di Roma sul ricordo delle Foibe, tutte rivolte al futuro come lei ha sottolineato, contrastano la realtà odierna: eliminazione dei fondi per le visite al confine orientale. Il criterio matematico è discutibile: per Auschwitz le scuole sono state ridotte da 42 a 24, per le Foibe da 20 a zero. Un corretto calcolo avrebbe portato alla riduzione delle seconde nella stessa proporzione delle prime: da 20 a 11. Il dottor Marino è giustificato: laureato in medicina e non in matematica. Mi permetto proporre almeno una visita a un altro luogo di tortura e di morte: l’isola Calva (Goli Otok) in Croazia. Qui gli scismatici comunisti stalinisti (anche italiani) subirono tali crudeltà da fare esclamare a un comunista istriano, certo Mario Bontempo reduce dai lager nazisti: «Meglio un mese a Dachau che un’ora a Goli Otok». Dal libro omonimo di Giacomo Scotti, prima edizione. Nella seconda tale testimonianza è stata omessa...
Andrea Picco
L’ITALIA RESTAURI UNA MEMORIA CANCELLATA
Caro direttore,
mi permetterei di suggerire agli amministratori del Comune di Roma la lettura del volume di Gianni Oliva, studioso del Novecento che da anni si occupa degli argomenti meno indagati della nostra storia recente, e che è pure stato assessore alla Cultura al Comune di Torino, nell’area di sinistra. Attingendo a una puntuale documentazione storica e bibliografica, ricostruisce le tragiche vicende di quei giorni in tutte le articolazioni politiche, militari e diplomatiche, dai progetti di Tito alla Resistenza del Nord-Est, dai fatti di Porzus alla corsa per Trieste: restituendo alle «stragi negate » la loro verità, proponendole come patrimonio collettivo della storia nazionale. A suo tempo, il presidente Ciampi aveva già anticipato con energia il dovere dell’Italia di riparare al torto di memoria perpetrato ai danni dei nostri compatrioti. Quello che gli interessati non ricordano sono anche i giudizi di revisione storica netta e senza equivoci pronunciate, nel primo periodo del suo mandato presidenziale al Quirinale, dall’attuale capo dello Stato. Egli ha parlato dell’esodo come di «una tragedia collettiva», ha detto che è ora di restaurare «una memoria cancellata», ha bollato «la cieca violenza» inflitta a quelle terre da un «giustizialismo sommario e tumultuoso ». Il presidente Napolitano ha ricordato la vergogna della «congiura del silenzio», il sudario amaro e demoralizzante dell’oblio, la nebbia del negazionismo all’italiana che per più di mezzo secolo ha continuato ad avvolgere questi esuli colti, scolarizzati, silenziosi, poliglotti, rispettosi della legge innamorati nonostante tutto dell’Italia, riducendoli a persone non grate, o peggio a non-persone. Ha proseguito: «Non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso ad ignorare, la verità, per pregiudiziali ideologiche e cecità politica». Pazienza, se non si trovano i soldi, d’altra parte la saggezza del 'nostro' presidente purtroppo non è molto diffusa.
Piercarlo Gallione, Rivoli ( To)
IL RICORDO DEGLI EVENTI URTA LA SENSIBILITÀ DI QUALCUNO?
Gentile direttore,
voglio complimentarmi con 'Avvenire', in particolare con Lucia Bellaspiga e con lei, per la sensibilità dimostrata, da sempre, nei riguardi della nostra tragedia: foibe, esuli, esodo in generale. Sono la vicepresidente del Comitato Anvgd di Verona, nata a Fiume quando Fiume non era ancora Rijeka. C’è poco da aggiungere a quanto scritto su 'Avvenire' del 22, 23 e 24 gennaio scorsi se non che il ricordo di quei tragici eventi urta la memoria di qualcuno! Pare, tra l’altro, che anche la Rai si stia tirando indietro e non abbia più l’intenzione di trasmettere – in seconda serata! – lo spettacolo 'Magazzino 18' di Cristicchi che tanto successo sta riscuotendo in varie città. Desidero informarla di due piccole iniziative organizzate dal nostro comitato per andare oltre a quanto successo il secolo scorso e tentare di comporre la frattura esistente tra noi esuli e i fiumani rimasti. Abbiamo preso contatto, oltre 10 anni fa, con la Comunità degli Italiani di Fiume e organizziamo due manifestazioni cinematografiche. La prima, il concorso 'Critico in erba' rivolto ai bambini delle scuole elementari italiane di Fiume. Inviamo loro dvd di film per ragazzi, in lingua italiana, che vengono proiettati nella sede della Comunità italiana. Dopo la proiezione i bambini scrivono le loro impressioni, osservazioni, valutazioni, in italiano oppure fanno dei disegni. Il tutto viene poi inviato al nostro comitato che sceglie chi premiare. Ci prefiggiamo di far approfondire la conoscenza della lingua italiana e di iniziare la formazione, nei bambini, di una mentalità critica nei confronti dei media. L’altra manifestazione 'Da Ovest ad Est: uno sguardo sul cinema italiano' è un’occasione di approfondimento dell’evoluzione sociale e culturale dell’Italia. In una sala cittadina, 'Art Kino Croazia', vengono proiettati film italiani, in lingua originale, per una settimana. I film sono preceduti da una breve presentazione in italiano e in croato. I film hanno i sottotitoli in croato in modo da interessare anche quanti non hanno familiarità con la lingua italiana. Questa 'settimana' ha molto successo, la sala è sempre piena. A noi resta la soddisfazione di contribuire a un ulteriore riavvicinamento tra esuli, rimasti e residenti croati.
Maria Luisa Budicin Negriolli, Verona
È VERO: LE MEZZE VERITÀ SONO BUGIE TRAVESTITE
Caro direttore,
«le mezze verità sono bugie travestite», la ringrazio per aver così acutamente sintetizzato in una sua risposta pubblicata sabato 24 gennaio l’atteggiamento unilaterale, ipocrita, antistorico e strumentale con cui vengono ancora celebrate nel nostro paese certe memorie, e soprattutto di aver coraggiosamente pubblicato sabato su 'Avvenire' le lettere dei rappresentanti dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. È inammissibile che ancora oggi non si possano ricordare 50.380 assassinii (di cui il 30% donne, con 10.000 cadaveri rimasti insepolti) avvenuti tra il 1945 e il 1947 a guerra finita ad opera di jugoslavi e partigiani comunisti, assassinii per la maggior parte poi amnistiati da Togliatti. Assassinii comprendenti circa 300 sacerdoti italiani. Non voglio fare paragoni indegni, ma durante il fascismo gli assassinii politici sono stati 3.000 e non in due, ma in vent’anni. Tra l’altro 14 sacerdoti assassinati dai nazifascisti sono stati meritevoli di benemerenze e riconoscimenti da parte dello Stato, a conferma della faziosità con cui sono stati strumentalizzati perfino i martiri del clero cattolico. L’ideologia fascista ha pagato per il male che ha fatto, quella comunista ancora no. Leggete cosa scrisse Albert Einstein, scienziato ebreo: «Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione nazista in Germania guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università, vennero ridotti al silenzio, soffocati nell’arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l’ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente ». ('Time', 23 dicembre 1940). Anche alcuni cattolici hanno motivo di meditare a fondo su queste parole.
Fabio Sansonna, Monza
Credo che da queste lettere, appassionate eppure caratterizzate da grande lucidità e senso della misura, venga proprio una bella lezione a certi arruffati e aspri polemisti (più o meno di professione) e ai politici romani che in questi giorni non hanno dato il meglio di sé nell’impossibile e infine imbarazzatissimo tentativo di spiegare e persino negare il «pasticciaccio brutto» del Ricordo mortificato e ridotto ai minimi termini delle vittime delle foibe. Leggetele con attenzione, cari amici lettori, e vedrete che tutte insieme continuano e compiono con efficacia, dignità e una obiettiva bellezza il disegno di un quadro che aiuterà la memoria di tanti di noi in questo tempo dedicato alla Memoria con la maiuscola. Parole che sono specchio di consapevolezze alte e che fanno risaltare la piccineria delle motivazioni e dei giochi che proprio nel luogo più simbolico di tutti – la nostra Capitale – hanno portato alla cancellazione di tutte le visite scolastiche degli Istituti romani sui luoghi della tragedia più occultata del Novecento italiano. Un errore voluto, ingiustificato perché ingiustificabile. Speriamo almeno che la lezione serva e che i pur generici impegni al futuro presi dal sindaco di Roma siano degnamente onorati: è un debito morale, che pesa.