«C’è qualcosa, in questa pandemia, che lascia senza parole noi medici: il rifiuto alle cure da parte di no-vax che stanno morendo di Covid». Sono parole che continuano a segnare le testimonianze di medici e infermieri. E colpiscono come sferzate. Spesso le persone esitano davanti a una terapia dura, ma poi la voglia di vivere prevale, istintiva, atavica. Questa volta, no. Una citazione per tutte: «Mai – ha scritto lo pneumologo Sergio Harari sul 'Corsera' – ho assistito a un diniego così netto, oppositivo e ideologico come con i novax che da soli si condannano a morte certa e, purtroppo, anche angosciosa come solo la mancanza di fiato può causare».
Che succede, nell’inverno della cosiddetta quarta ondata, nel cuore e nei pensieri di alcuni italiani? In Veneto un uomo di 48 anni, padre di tre figli, si è lasciato morire nonostante un figlio in un video lo supplicasse di accettare le cure. Poteva guarire, ma non ha voluto 'abiurare'. Un pensiero che sembra un 'credo', abbiamo già scritto su 'Avvenire', o forse la somma impazzita di tanti 'non credo': non credo nei medici, nella medicina ufficiale, non credo nei politici, nei media e in nessuno. E non è un fenomeno marginale, se secondo il rapporto Censis 2021 il 5,9 % degli italiani ritiene che il Covid «non esiste». Se la Società degli anestesisti ha diffuso un comunicato per aiutare i propri colleghi a stare di fronte ai pazienti 'irriducibili'. Quelli che rifiutano le cure, dice Harari, anche quando le unghie sono già blu per la cianosi.
Che succede dunque, cosa può muovere questi orgogliosi suicidi no-vax? Sul web trovi di tutto, da una anche comprensibile diffidenza verso un vaccino nuovo, alle argomentazioni apparentemente razionali di chi si è fatto immunologo - in dieci giorni - leggendo i siti 'giusti', fino alla fantascienza: 'Ci iniettano un microchip che ci farà schiavi e impuri', o al delirio mistico: 'Vogliono renderci simili a Lucifero'.
Ma, anche restando fuori dal circuito più 'dark' delle elucubrazioni no-vax, come accade che persone finora come le altre, lavoratori, padri, scendano in questa china di ostilità assoluta a ogni cura?
Sembra quasi che, dopo 77 anni di pace, in qualcuno vivesse come il bisogno, l’attesa di una guerra. L’urgenza di schierarsi, di scegliere da che parte stare, di combattere. La guerra, purtroppo, è arrivata davvero. Ma, chi è il nemico? Il virus di cui dicono i media, davvero? O non siamo, invece, dentro a un immenso complotto in cui tutti, tutti, governanti, giornalisti, medici, sono coinvolti e corrotti?
I no-vax percorrono il deep web alla ricerca di crepe nella menzogna globale, e trovano profeti che li confortano nella verità di cui già sono certi: il vaccino non salva, anzi ci cambia il Dna, opera in noi una metamorfosi. È una visione in fondo paranoide del mondo: tutti mentono, tutti sono nemici. E si nega persino l’evidenza: grazie ai vaccini si muore assai di meno, no-vax ovviamente a parte.
C’è chi ha organizzato gazzarre squadriste (e ora non può più farlo). E chi si organizza in blog, chat riservate, ritrovi segreti. Come fossero tornati i Carbonari delle guerre di indipendenza, o ci si dovesse organizzare in bande contro il nemico invasore. Un silenzioso desiderio di guerra, di nuovo: da eroi, da patrioti, da clandestini. Un’adesione tanto profonda che non si può abbandonare, nemmeno in ospedale, quando il fiato manca.
La guerra è arrivata: solo che questi soldati non hanno riconosciuto il nemico vero. E così c’è chi muore davanti a medici allibiti ed esterrefatti, mentre i figli, che finalmente hanno capito, supplicano di arrendersi.
Poveri infelici guerrieri due volte sbagliati, caduti veri di una guerra immaginaria. La guerra c’è, ma altrove: nelle corsie degli ospedali. Eppure gli anestesisti italiani nel loro comunicato esortano a non giudicare, a spiegare con rispetto, e alla fine, in ogni caso, a 'non abbandonare' i pazienti irriducibili. Un marchio di umanità, un lume ippocratico che in questo cupo nascente anno 2022 fa sperare, ancora.