Pronti a condividere con tutti le soluzioni per le terre aride
domenica 30 ottobre 2022

Caro direttore,

quest’anno, il 2022, è l’anno in cui è diventato chiaro a tutti noi che ci troviamo nel mezzo di una potente crisi climatica che si sta purtroppo aggravando. In Pakistan le inondazioni hanno sommerso circa un terzo del Paese e costretto decine di milioni di persone a lasciare le loro case. Devastanti uragani hanno colpito la costa orientale degli Usa e dei Caraibi. Una grave siccità ha prosciugato i grandi fiumi di Europa e Cina. E questa è soltanto una lista parziale dei maggiori disastri che gli esperti dell’Onu hanno ripetutamente elencato, ed è fortemente probabile che tali sconvolgimenti siano destinati a intensificarsi.

Leader mondiali, rappresentanti dei governi, esperti, rappresentanti del settore privato e della società civile, accademici e opinionisti si incontreranno a novembre per l’annuale conferenza sul clima Cop27 a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per discutere su come affrontare la crisi climatica. Il successo della conferenza è della massima importanza. Così come l’avanzamento di tutte le questioni che tratterà, come la continuazione degli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas serra, l’adozione di un obiettivo comune per l’adattamento e l’adeguamento alla crisi climatica, l’aumento di finanziamenti mirati e il progresso nel contesto delle “perdite e danni”. È anche molto importante che si intensifichi la cooperazione nello scambio di conoscenze ed esperienze.

La tecnologia da sola non è sufficiente a risolvere questa crisi, ma è necessario anche un lavoro di moral suasion. Dobbiamo essere consapevoli che i valori della cooperazione e della cura del pianeta sono delle vere e proprie sfide educative. In questo contesto i leader religiosi possono utilizzare la loro influenza per raggiungere lo scopo. Dobbiamo ricordarci che siamo fratelli, come ha fatto il Papa pubblicando nel 2020 l’enciclica Fratelli tutti, dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale, in cui ricorda che abitiamo insieme una «Casa comune».

Papa Francesco nel 2015 ha affrontato in modo chiaro il tema del cambiamento climatico nell’enciclica Laudato si’, un’esortazione a creare una cultura della cura in cui deve essere partecipe l’intera umanità. Purtroppo la crisi climatica da allora si è accentuata ancora.

Israele è situata in una regione arida e da sempre deve far fronte a carenze idriche croniche, alte temperature e un ambiente difficile per lo sviluppo agricolo, pertanto ha dovuto sviluppare soluzioni creative. Attraverso decenni di ricerche, studi ed esperienze sul campo, si sono trovate soluzioni pratiche che desideriamo condividere. Queste soluzioni riguardano settori essenziali per la gestione della crisi climatica: efficienza e creazione di fonti idriche, coltivazioni resistenti alla siccità e comunque sostenibili, agricoltura di precisione, invenzione di sostituti proteici animali, efficienza energetica e stoccaggio di energia, ripristino e conservazione di foreste nelle zone aride, economia circolare e produzione di nuovi materiali rispettosi di clima e ambiente. Molte idee provengono anche da una società civile attiva e consapevole.

Il desiderio di Israele di condividere le proprie conoscenze e competenze si manifesta anche nella sua partecipazione alla conferenza Cop27 con un padiglione innovativo. Ci si concentrerà su soluzioni climatiche all’avanguardia con decine di eventi volti a creare cooperazione internazionale e regionale in Medio Oriente. L’obiettivo è che ogni evento riesca a creare partnership e innescare processi a lungo termine. È prevista anche la partecipazione di una delegazione israeliana numerosa e di alto livello, che comprenderà rappresentanti di tutti i settori coinvolti per affrontare la crisi climatica: governo, società civile, settore privato, governo locale, mondo accademico...

Per costruire la resilienza climatica e ridurre le emissioni di gas serra abbiamo bisogno di soluzioni pratiche e applicabili su scala locale e globale. Queste, raggiungendo gli obiettivi di mitigazione e rafforzando la resilienza in territori e comunità già colpiti, dovrebbero aiutare ad attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu (Sdgs). La cooperazione internazionale nel campo dell’innovazione climatica offre anche un’eccellente opportunità per rafforzare l’economia e creare nuovi posti di lavoro, aiutando l’umanità a prosperare mentre preserva natura, biodiversità e clima.

Tutti noi abbiamo un ruolo importante da svolgere nella prevenzione della crisi climatica. Israele spera e lavora perché la conferenza di Sharm el-Sheikh possa essere un grande successo e segnare una svolta positiva nel futuro dell’umanità.

Siete invitati a venirci a trovare al padiglione israeliano alla Cop 27.

Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede

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