I peccati sono brutte bestie. Di alcuni sentiamo più doloroso il morso, altri, invece, riescono a sfiorare appena la coscienza. La bestemmia, menzogna, la calunnia, fanno inorridire un animo cristiano e civile. Le opere, belle o brutte, sono sotto gli occhi di tutti. È l’omissione il peccato su cui facilmente si sorvola. Omettere, far finta di non vedere, tralasciare, farsi gli affari propri. In fondo – diciamolo – è scomodo per tutti ritrovarsi impelagati in tristi storie di sangue, di povertà, di camorra. Se hai visto, sei chiamato a farti avanti, a intervenire, a prendere posizioni, a uscire allo scoperto, a sporcare le tue mani. Sul ciglio della strada qualcuno è stato malmenato e sanguina. Forse ne avrà per poco se il soccorso non arriva. Da lontano sembrava essere solo un sacco di letame, invece è un uomo, un uomo per il quale Gesù Cristo è morto. Ti guarda, implora aiuto. Siete voi due, soli, nessuno vede e tu sei terribilmente libero. Libero di procedere, ingrossando la folla di tanti che non lasceranno tracce, o scendere dal cavallo e calarti nella polvere.Non erano cattivi i due che non vollero vedere. Avevano solo molta fretta. Impegnati in cose religiose, dimenticarono che Dio è presente là dove un suo figlio si lamenta e soffre. Se non ti fermi, questa notte morirà. Certo tu non lo hai ammazzato, ma neanche lo hai salvato. Avevano paura di fare tardi, i due, e in ritardo arrivarono all’appuntamento con la vita. Un altro uomo passa. È un samaritano, uno straniero e parla un’altra lingua, ma che importa? È uno di quelli che hanno conservato la pietà. Si ferma. Deve fermarsi. Se non lo fa sente di non essere più uomo.Fermati anche tu, fratello, e guarda. Guarda chi ti cammina accanto e geme. Poni attenzione a chi in questo tempo triste, perdendo tutto ha creduto di perdere la stessa dignità. Vedi quanti, depressi e addolorati, continuano a decidere di togliere il disturbo? Si lasciano morire in modo atroce, abbandonando i loro cari alla disperazione e ai sensi di colpa. Avevano tante volte chiesto aiuto. Con le parole, le facce tristi e allungate, le barbe incolte. Non sono stati compresi. Altri si incattiviscono e si incamminano per strade senza uscita. Si allontanano. Recuperarli, dopo, sarà sempre più difficile.Amicizia. Sentimento nobilissimo, non molto frequentato. Amico, chi ti trova è ricco. Fa che io possa oggi piangere sulla tua spalla, metterti nel cuore l’angoscia che mi opprime l’animo, lasciami riposare questa notte alla tua ombra. Poi riprenderò le forze, ritroverò il coraggio per continuare a combattere la battaglia della vita. Fallo, e nel giorno senza fine, il Padre ti chiamerà benedetto e ti inviterà a mangiare con Giacobbe e con Abramo, mentre Gesù, indossato ancora una volta il grembiule, passerà a servirti e riasciugherà le lacrime.Susetta ha già tre figli, ma un quarto ha preso a sussultarle in grembo. Impaurito, il marito, lascia tutto e si rifugia dalla mamma. Susetta è sola, con i suoi dubbi e il suo tormento. Intorno tutto tace, mentre il cuoricino invisibile batte. Unica compassione riservatela: l’aiuto a eliminare l’intruso. Tutto è già pronto mentre intorno tutto ancora tace… La gente compra e vende, organizza le vacanze e vede la partita. Ci avvisano. Corriamo. Siamo poveri anche noi, ma offriamo ciò che abbiamo: un pane, un abbraccio, la promessa di non lasciarla sola. Susetta crede che diciamo il vero, e una nuova vita ancora nascerà. Se femminuccia porterà un nome tanto caro a noi e a papa Benedetto: Fatima.Domenica, a Messa, nel confessarci in pubblico, chiediamo perdono per i peccati di omissione.