Gentile direttore,
la pandemia e tutte le sue conseguenze, l’elezione presidenziale, gli scontri fra i vari capi politici, hanno fatto passare in secondo piano (per non dire l’ultimo!) troppe problematiche del nostro Bel Paese. Ciò a cui darei più voce, senza certo dimenticare le altre numerose e non meno importanti questioni aperte, è l’attesa della legge sullo Ius soli, purtroppo ferma al palo dal 2015... La sua approvazione darebbe a centinaia di migliaia di bambini la possibilità di essere cittadini italiani, evitando loro tanti disagi (il sentirsi sempre diversi) e riconoscendoli titolari di maggiori diritti... La nostra burocrazia è proverbiale, e chiedere la cittadinanza da grandi è un percorso lento e difficoltoso. L’Italia trarrebbe molti benefici dall’ingresso alla nascita di tanti bambini, visto il calo delle nascite da parte delle famiglie italiane... Ringrazio lei e tutte le firme di “Avvenire” – giornalisti, scrittori, opinionisti –, un giornale che ogni giorno mi apre gli occhi sul mondo intero, cercando anche di donarci buone notizie.
Giovanna Boati Paderno d’Adda (Lc)
Sa che sono sostanzialmente d’accordo con lei, gentile signora Boati. Con una differenza. Mi spendo da anni per una seria riforma della legge italiana sulla cittadinanza (le regole vigenti risalgono al 1992) basata non sul modello statunitense di Ius soli, ma sul doppio principio dello Ius culturae e sullo Ius soli temperato da applicare a chi non è figlio di cittadini italiani (per nascita o per scelta) e che dovrebbe far perno sulla residenza effettiva e attiva e sul completamento di un ciclo di frequenza scolastica piuttosto che sull’acquisizione dello status di cittadino italiano per il puro e semplice fatto di essere nato, anche per caso, in Italia senza magari averci mai abitato. Si tratta solo con modalità ragionevoli e mai burocraticamente “punitive” di riconoscere (e non di concedere, come dice qualcuno) che i bambini nati da genitori stranieri residenti in Italia sono già cittadini di questo Paese e sono parte importante del nostro presente e del nostro futuro. Il tempo è maturo.