don Ambrogio Basilico, Milano
Non abbia timori, caro don Ambrogio. Lei sa bene che Avvenire c’è per dire della realtà dell’Italia e del mondo e per essere ascoltato da chi non si accontenta di slogan e invettive d’occasione. Sa che lo fa con la chiarezza e la carità necessarie, senza amnesie e cedimenti. E sa che si "scalda" ogni volta che c’è in ballo ciò che vale davvero: dalla tutela della vita umana appena concepita alla difesa di chi è discriminato e perseguitato per la sua pelle o per la sua origine, dalla battaglia per la libertà di fede, di coscienza e di educazione all’affermazione dei diritti e dei doveri di chi lavora e fa impresa, dall’indicazione della via a una finanza pulita e non rapace alla resistenza di fronte ai profeti del nulla e agli "ingegneri" dell’anti-famiglia, dal rispetto più assoluto della dignità di ogni donna e di ogni uomo alla dimostrazione della possibilità di un giornalismo responsabile eppure mai inchinato ai "poteri forti" della politica e dell’economia. Per questo facciamo il nostro giornale, e lo facciamo liberamente e dichiaratamente da cattolici. Per questo, caro e reverendo amico, diciamo a tutti che oggi essere informati è più che mai un "dovere" umano e civile: leggete, e soprattutto leggeteci. Marco Tarquinio
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