Zuzino, Busto Arsizio ( Mi)
Pubblico questa tua lettera, caro « Zuzino » , perché è molto importante ascoltare – su un tema oggi centrale qual è la famiglia – una voce proveniente dal mondo dei giovanissimi, e per di più così accorata. Una voce che è anche un dito puntato in direzione delle nostre responsabilità di adulti troppe volte assenti, o troppe volte – semplicemente – invisibili. È bello ascoltare un ragazzo che sa cogliere l’aspetto umanamente più vero e profondo del Natale, una festa che esalta i legami parentali: la casa, il rapporto col coniuge e coi figli. È questo il primo luogo dove sperimentare l’amicizia che Dio, facendosi carne, dimostra a ogni persona. Un’amicizia, quella di Gesù, che va oltre i vincoli di sangue, e che ci rende « prossimo » ogni uomo, anche il più lontano. Non a caso la tradizione e il magistero assegnano alla famiglia il titolo di « chiesa domestica » , prima cellula della comunità cristiana. Oggi purtroppo, come tu osservi con intelligenza, la famiglia vive una crisi grave, rispecchiando i disvalori di una società confusa e fragile. Se la famiglia – che, ricordiamolo, è riconosciuta anche dalla nostra Costituzione quale «società naturale fondata sul matrimonio», cioè fondamento e primo gradino della compagine sociale – diviene gracile e friabile, tutta la società è inevitabilmente messa a rischio. Per questo la famiglia illuminata e guidata dalla fede cristiana ha una responsabilità più grande delle altre, e rappresenta per tutti un modello di speranza. In tal senso è edificante rileggere un passo dell’Esortazione Apostolica « Familiaris Consortio » che Papa Giovanni Paolo II promulgò il 22 novembre 1981, quindi fra i suoi primi testi magisteriali: « ... La comunione coniugale costituisce il fondamento sul quale si viene edificando la più ampia comunione della famiglia, dei genitori e dei figli, dei fratelli e delle sorelle tra loro, dei parenti e di altri familiari. Tale comunione si radica nei legami naturali della carne e del sangue, e si sviluppa trovando il suo perfezionamento propriamente umano nell’instaurarsi e nel maturare dei legami ancora più profondi e ricchi dello spirito: l’amore, che anima i rapporti interpersonali dei diversi membri della famiglia, costituisce la forza interiore che plasma e vivifica la comunione e la comunità familiare. La famiglia cristiana è poi chiamata a fare l’esperienza di una nuova e originale comunione, che conferma e perfeziona quella naturale e umana... Tutti i membri della famiglia, ognuno secondo il proprio dono, hanno la grazia e la responsabilità di costruire, giorno per giorno, la comunione delle persone, facendo della famiglia una ' scuola di umanità più completa e più ricca': ( Gaudium et Spes, 52) è quanto avviene con la cura e l’amore verso i piccoli, gli ammalati e gli anziani; col servizio reciproco di tutti i giorni; con la condivisione dei beni, delle gioie e delle sofferenze » .
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