Gentile direttore,
qualche giorno fa alla trasmissione 'Mezz’ora in più', il professor Sabino Cassese, candidato autorevole al Quirinale, ha fatto un breve accenno alla possibilità che alla carica di Presidente della Repubblica salga una donna. Argomento subito tacitato dalla conduttrice Lucia Annunziata con il presupposto che i posti in cariche di prestigio nel Paese si offrono alle donne quando gli uomini non hanno trovato tra loro una soluzione. Anch’io mi sono posta la questione: siamo pronti ad accettare che il Paese sia rappresentato da una donna? Credo di no, con rammarico. Perché siamo abituati a fare politiche per la donna (inclusione di genere in tutti i settori lavorativi, sociali e culturali, politiche familiari, politiche sanitarie, ecc.) ma queste presuppongono che il destinatario sia per l’appunto un destinatario e non un 'costruttore' di politiche. E di questo nostro agire politico siamo giustamente soddisfatti e ragioniamo in termini di miglioramento delle azioni che abbiamo messo in campo (giustissime tutte, non c’è discussione), ma il salto nel ragionamento che da destinatarie faccia sorgere a costruttrici delle scelte del Paese non è nella coscienza collettiva. Per questo, forse, dovremmo scegliere una donna che non sia la versione 'in gonnella' di uno qualsiasi dei presidenti che si sono succeduti, ma una donna che ci rappresenti, non solo nella competenza ma nella fortezza morale, nel coraggio nel vivere quotidiano, nello spirito di abnegazione, sensibilità e solidarietà per tutti, che in questo frangente di pandemia abbiamo apprezzato e lodato; che in buona sostanza significa di fatto essere 'costruttrici' del bene nel Paese senza che la coscienza collettiva te lo riconosca. E poiché lo facciamo da molto tempo, pagando il prezzo dell’indifferenza, dell’irriconoscenza e financo della violenza, ecco! forse ce lo meritiamo da sole ancor prima che ci venga riconosciuto.
Elisabetta Campus Commissione Regionale Lazio Pastorale sociale e del lavoro
Mi pare, gentile amica, che lei dica di no per dire infine di sì. Io, sul tema, preferisco essere diretto. Anche per me in Italia i tempi sono più che maturi per l’elezione di una donna alla Presidenza della Repubblica. E anche a me è capitato di dirlo in televisione, e in più occasioni. L’ultima volta su Rai3, proprio come il saggio professor Cassese, ospite non di Lucia Annunziata ma, a 'LineaNotte', di Maurizio Mannoni. Le motivazioni per l’elezione che lei indica con rimpianto e amarezza sono in buona parte quelle che io richiamo con convinzione e speranza. Conto che il Parlamento sappia ben scegliere.