Il 5 e 6 aprile 2024 a Roma incontro internazionale sulla Gpa - Romano Siciliani é All rights reserved
La testimonianza più attesa è forse quella di Olivia Maurel, giovane donna figlia della Gestazione per altri (Gpa), divenuta la più popolare e ascoltata testimonial delle distorsioni causate dalla maternità surrogata e della necessità non di regolarla bensì di abolirla. Dirà parole vere e dure, come è già accaduto davanti al Parlamento della Repubblica Ceca lo scorso novembre e della Croazia, a febbraio, e come avrà probabilmente ripetuto anche oggi a papa Francesco, che l’ha ricevuta questa mattina dopo aver conosciuto la sua storia.
Olivia, 31 anni e due bambini piccoli, spiegherà perché tutti i malesseri che ha vissuto, dall’alcolismo ai tentativi di suicidio, dai disturbi bipolari alla depressione, siano derivati da quel segreto di famiglia. Che lei, cioè, non è nata dall’amore di sua madre e suo padre, una coppia francese, ma da un contratto siglato con una donna del Kentucky che – questa era la prassi decenni fa – aveva fornito i suoi ovuli e messo a disposizione il suo utero, dietro generoso pagamento, per farla nascere.
Olivia Maurel aprirà venerdì, con il suo racconto-denuncia, la Conferenza internazionale per l’abolizione universale della surrogazione di maternità, organizzata nella sede dell’Università Lumsa, a Roma, fino a sabato 6 aprile. Dirà quello che ha scoperto andando a fondo della sua vicenda personale: che il suo certificato di nascita fu falsificato per consentire ai “genitori d’intenzione” di portarla, appena nata, in Francia. Dirà che con la Gpa i bambini venuti al mondo come lei sono considerati «merce, articoli da ordinare e personalizzare, come un’auto nuova».
Dirà che la madre biologica soffriva di disturbi mentali sui quali l’agenzia di intermediazione aveva sorvolato, disturbi che lei in parte ha ereditato e che sono stati aggravati dalla anaffettività dei genitori legali. All’incontro di Roma esperti provenienti da diversi Paesi esamineranno i vari aspetti della Gpa: il business economico, i buchi nella legislazione, lo sfruttamento delle donne, l’impossibilità di una maternità surrogata etica, la protezione dei bambini nati... Con alcuni approfondimenti inediti, come la situazione in Africa, definita come «drammatica» dal relatore, l’avvocato nigeriano Sonnie Ekwowusi. Dopo la relativa chiusura del Sud-est asiatico e la guerra in Ucraina che ha rallentato il flusso del turismo riproduttivo, è proprio il continente africano, insieme a mete emergenti come la Georgia, Cipro, la Grecia e la Repubblica ceca, a essere diventato la nuova frontiera dell’utero in affitto, in cui la mancanza di leggi chiare alimenta il Far West delle cliniche e dei mediatori, con il fenomeno limite delle “baby farms”, le fabbriche di bambini.
L’incontro di Roma è stato promosso dalla Dichiarazione di Casablanca, l’organizzazione, di cui Olivia Maurel, attivista su TikTok con i suoi 30mila followers, è la portavoce e Bernard Garcia Larrain è il coordinatore, con oltre 100 esperti di 75 Paesi che proprio nella città marocchina, nel marzo 2023 , avevano firmato un documento per l’abolizione universale della maternità surrogata considerata lesiva dei diritti dei bambini e delle donne.
La scelta di Roma come sede del secondo incontro internazionale non è casuale: l’Italia è l’unico Paese al mondo che ha approvato (per ora alla Camera) una legge che dichiara la gestazione per altri “reato universale”. I discorsi di apertura della Conferenza, domani mattina, saranno pronunciati dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella e dal sottosegretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali della Santa Sede, monsignor Miroslaw Wachowski. Nella tavola rotonda che seguirà (“Uscire dalla rassegnazione, proposte politiche per porre fine alla tratta della maternità”), sono previsti interventi di parlamentari di diversi partiti, con la moderazione del presidente del Forum delle Associazioni familiari Adriano Bordignon.
L’obiettivo della due-giorni di confronto tra esperti dei cinque continenti ed esponenti di spicco delle Nazioni Unite è sensibilizzare l’opinione pubblica e chi ha responsabilità di governo sugli effetti nocivi della surrogazione di maternità e insieme descrivere gli strumenti giuridici a disposizione degli Stati per scoraggiarne il ricorso. Proprio papa Francesco, nel discorso al Corpo diplomatico dell’8 gennaio scorso, aveva definito «deprecabile» la pratica della «cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica».
Con un tempismo straordinario, lo stesso giorno in cui nella sede della Lumsa si aprirà la Conferenza della Dichiarazione di Casablanca, l’associazione Luca Coscioni propone un convegno internazionale di segno opposto alla Camera dal titolo significativo: « Famiglie e diritti universali. Libertà e autodeterminazione nei percorsi di gravidanza per altre e altri». Solo una coincidenza?