Gentile direttore,
nel celebre Catechismo Maggiore di san Pio X edito nel 1905, nella risposta alla domanda 966, l’omosessualità è il secondo dei quattro «peccati che diconsi gridar vendetta nel cospetto di Dio»: l’«omicidio volontario»; il «peccato impuro contro l’ordine della natura»; l’«oppressione dei poveri»; il «fraudare la mercede agli operai».
E il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica pubblicato nel 1992 e in edizione tipica nel 1997 non è da meno. Nel paragrafo 1867 ribadisce che «la tradizione catechistica ricorda pure che esistono 'peccati che gridano verso il cielo'». E così prosegue, con linguaggio biblico: «Gridano verso il cielo il sangue di Abele; il peccato dei Sodomiti; il lamento del popolo oppresso in Egitto; il lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano; l’ingiustizia verso il salariato». Io sento e ho sentito le gerarchie e gli organi di stampa cattolici (con l’eccezione di uno o due spesso molto criticati) parlare e combattere l’«omicidio», il «peccato impuro contro l’ordine della natura», ma silenzio totale su «oppressione dei poveri», «fraudare la mercede agli operai». Dio non è più arrabbiato per questi peccati?
Perché non lo è più? E stato Giovanni Paolo II che ha convinto Dio a non fare il «cattocomunista» e a modificare il suo atteggiamento?
Oppure ha ragione qualcuno, quando gli pare che Gerarchia ecclesiale e troppi cattolici impegnati trovino bello e giusto chinare la testa di fronte ai potenti?
Mi piacerebbe leggere il suo illuminato parere, inserito con la giusta rilevanza che credo l’argomento meriti, nelle pagine del quotidiano. Saluti.
Paolo Botto, Asti
La sua fedeltà al Catechismo di san Pio X appare bella ed edificante, gentile signor Botto. Vista la saggia tenacia dottrinaria che mette in mostra, oso invitarla a fare il piccolo grande sforzo di leggere con minima continuità anche Avvenire. Magari, così, scoprirà che le sue domande sulle parole e sui gesti del Papa, dei vescovi e di tanti cattolici impegnati, nonché a proposito dello sguardo sulla realtà esercitato da chi – come accade in questo giornale – fa informazione dichiarando la propria ispirazione cattolica, ricevono risposte costanti e spiazzanti.
Spiazzanti soprattutto per quanti ci attribuiscono, con supponenza e malizia, presunte infedeltà e dimenticanze. Ma forse lei si è solo distratto un po’. Può succedere. Anche se la sua battutaccia contro il beato Giovanni Paolo II fa intuire che non è proprio questo il caso...
Se, dunque, la sua non è distrazione, ma deliberata scelta di comprare occhiali e informazioni sull’Italia, sul Mondo e sulla Chiesa rivolgendosi esclusivamente ad altre botteghe giornalistiche, ben diverse dalla nostra, beh allora le dirò che il problema non è essere “comunisti” – o, come piace a lei, “cattocomunisti” – ma dimostrarsi desolatamente “luogocomunisti”. Se ne incontrano un po’ troppi, ultimamente, a sinistra e anche a destra. Ed è un problema serio. Ricambio i saluti, forse non “illuminati” alla sua maniera, ma sinceri.