Antonio Diella presidente nazionale Unitalsi
La sua lettera, caro Diella, fa ben risaltare la differenza che intercorre tra chi « parla » di Lourdes e chi, invece, c’è stato o anche solo conosce persone che vi si sono recate. Dal 1858 a oggi, a fronte delle decine e decine di milioni di pellegrini, le guarigioni accertate sono in tutto 67, l’ultima il 9 novembre 2005, della signora salernitana Anna Santaniello. Sul piano statistico una cifra praticamente irrilevante, certo non tale da giustificare le dimensioni grandiose del flusso di persone che si dirige ininterrottamente verso la grotta di Massabielle e il prodigarsi generoso delle migliaia e migliaia di volontari, come quelli della sua meritoria associazione, in aiuto dei malati. Il miracolo vero è davvero quello « del cuore » , che lei ricorda, che lenisce l’angoscia e l’amarezza degli animi con la riscoperta o il rinvigorimento dell’esperienza di Dio attraverso l’intercessione della Madonna. Lo ricordava con grande efficacia il Papa durante la sua visita nella città pirenaica in occasione del 150° anniversario delle apparizioni: « Quante persone vengono qui per vedere, sperando forse segretamente di ricevere qualche miracolo; poi, sulla via del ritorno, avendo fatto un’esperienza spirituale di vita autenticamente ecclesiale, cambiano il loro sguardo su Dio, sugli altri e su se medesime. Una piccola fiamma chiamata speranza, compassione, tenerezza le abita. L’incontro discreto con Bernadette e con la Vergine Maria può cambiare una vita, perché esse sono presenti, in questo luogo di Massabielle, per condurci a Cristo, il quale è la nostra vita, la nostra forza, la nostra luce! » ( Benedetto XVI, 13 settembre 2008). Tanti auguri, quindi, alla signora Rosa, attendendo la valutazione del Bureau Medical in merito all’inspiegabilità scientifica della sua guarigione, ma continuiamo a guardare e a recarci a Lourdes come a « uno di quei luoghi che Dio ha scelto per farvi risplendere un raggio particolare della sua bellezza ... [ per] ... entrare, sulle orme di Bernadette, in quella straordinaria prossimità tra il cielo e la terra che non si è mai smentita e che non cessa di consolidarsi » ( Ivi). Un caro saluto, unito all’ammirazione per l’opera meritoria dell’Unitalsi.
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