Gentile direttore,
uno dei misteriosi protagonisti di "Giuda" si chiama Wald, Gershom Wald. Il bel libro di Amos Oz narra di Atalia, anche lei misteriosa: «È nata dalla parte della ragione. È tutta scolpita nella ragione. Ma il perenne avere ragione in fondo è terra bruciata, no?». Moscovici, Lagarde, Fmi, Bankitalia, Mattarella, Burioni e il momentaneamente ravveduto Grillo hanno ragione: ma avere ragione (sui conti, sulle regole costituzionali, sui vaccini…) "in fondo è terra bruciata", no? Così dicono e ora vogliono dimostrare coloro che hanno il potere e il megafono per gridare più forte. Come Luigi Di Maio, che sa tutto perché ha pur frequentato le facoltà di giurisprudenza e di informatica: invano, ma ora guardate un po’ dov’è arrivato... E come Salvini, che nel 1993, allora lungo-crinito, a "Il pranzo è servito" di Davide Mengacci declinava il suo nome aggiungendo «iscritto all’università, nulla facente», poi nella Lega Nord tra i Comunisti Padani, ora "sovranista" servendosi della ruspa e della clava è vicepremier e ministro. E io, ma non solo io, mi chiedo: chi fa dell’Italia e dell’Europa terra bruciata? E chi sono e dove sono i vigili del fuoco? Spero in Peter Pan e nell’Isola che non c’è.
Paolo Angelo Napoli, Bovezzo (Bs)
Quel che scrive è suggestivo, gentile signor Napoli, e io seguo il filo del suo ragionamento e della sua protesta tra Amos Oz (creatore del vecchio e saggio Gershom Wald) e James M. Barrie (padre del sempre giovane e ribelle Peter Pan). Ma non sino al punto di dire che «tutti sono uguali, e tutti fanno terra bruciata" alla stessa maniera» e che i signori e le signore della politica italiana ed europea (ma immagino anche mondiale) sono tutti parte di una medesima ciurma: quella di Capitan Uncino, nemico della speranza, della bontà e della giustizia. Non è così. Abbiamo tutti la stessa responsabilità e dignità e la stessa umana altezza, ma non siamo tutti uguali... nel bene e nel male. Vale anche per i politici. Vale anche chi ha grandi responsabilità, nell’economia, nella cultura, nella religione. Tra quanti lei cita esplicitamente ci sono persone – come il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – che difendono con semplicità e forza le fondamenta della casa comune che tutti noi abitiamo. Insomma, anche se sembra banale dirlo, non dobbiamo dimenticare mai che - appunto - esistono il bene e il male, che le azioni possono essere giuste o sbagliate, che c’è il torto e c’è la ragione. E la storia ci insegna che viene sempre il tempo in cui ragione e torto diventano chiari, ma anche che ciò che coscienza (ben formata) e ragione (ben informata) sussurrano e gridano anticipa inesorabilmente quel giudizio. Meglio mettersi in condizioni di ascoltare e capire. Meglio fare, con umiltà e decisione il poco o tanto che si può e che si deve.
Chi sa riconoscere e difendere le vittime dell’ingiustizia e dell’indifferenza è sulla buona strada. Un po’ più avanti nel cammino si è portato chi è disposto a rispettare e "liberare" almeno i più fragili tra gli esseri umani finiti in trappola tra traffici odiosi, partite di interesse e di potere, manovre di propaganda. Finiti in trappola o, in certi casi, presi letteralmente in ostaggio proprio come le 47 persone tratte in salvo nel Mediterraneo dalla "Sea Watch" e arrivate a Siracusa. Capisco, mi creda, gentile signor Napoli, perché lei evoca una "speranza" in Peter Pan e nell’Isola che "non c’è", ma preferisco sperare nell’Isola che "c’è" e che è fatta da tanta buona gente di Sicilia e d’Italia, che sono felice di vedere accompagnata e rincuorata dalla parola e dall’azione dei nostri vescovi (e se ne faccia una ragione anche il ministro dell’Interno Salvini, che non perde occasione per usare un frasario sprezzante e aspro contro persone senza voce e contro coloro che non si limitano a chiedere saggia legalità, ma – proprio come la Chiesa italiana – si dimostrano pronti a concreta solidarietà in collaborazione con le autorità dello Stato). E non si stupirà se le dico che prima di tutto continuo a confidare in Dio. Lui i "senza voce" li ascolta. E li fa parlare con la sua Parola al cuore e alle menti di tanti. Che questa ci tocchi davvero, e che la nostra libera umanità porti ognuno a rispondere per la parte – piccola o grande – che gli spetta. Avanti, dunque, oltre la «terra bruciata», facendo la cosa giusta. Anche prendendosi insulti e pagandone il prezzo. Prima o poi, come diceva Napoleone, "l’intendence suivra" (gli ausiliari di supporto verranno al seguito). Spiace davvero che certa politica, senza "p" maiuscola, sia ridotta a recalcitrante e ostile "intendence" appollaiata sulla «ruspa», senza spinta morale né umana comprensione.