Caro direttore,
per usare un eufemismo potremmo dire di essere arrivati alla frutta. Mi riferisco al caso di Leonarda, la ragazza kosovara prelevata dagli agenti francesi mentre si trovava in gita scolastica e rispedita assieme alla propria famiglia nel suo Paese d’origine. Tento d’immaginare lo stato d’animo di questa quindicenne, anche se solo lei potrebbe descrivere sensazioni e sentimenti provati in quegli attimi sconvolgenti. Penso a quanta paura le è piombata addosso, trovandosi dinanzi degli agenti che sicuramente hanno eseguito alla perfezione il mandato di espatrio, perché rea assieme alla sia famiglia di immigrazione "clandestina". Nulla da eccepire sotto il profilo giuridico, le norme vanno applicate e ancor più giustificate quando nessuna regola di diritto è stata violata dalle autorità. È fuori dubbio che in ogni Stato, dove si esercita il diritto-dovere della democrazia, si debbano rispettare le norme che appunto lo Stato di diritto ha sancito per garantire la convivenza tra le persone. Certamente i flussi e i movimenti delle persone vanno regolamentati, ma le persone non sono pacchi da spostare seguendo le leggi mercantili; le persone, uomini donne e bambini hanno un cuore, hanno dei bisogni umani da soddisfare; le norme di diritto dovrebbero tenerne conto… Invece no, proprio no! Lo dimostrano molteplici forme di razzismo (strisciante e no) e di cieco legalismo. Se mancano leggi internazionali atte a favorire la crescita culturale delle persone; se mancano i presupposti per favorire un dialogo autentico e maggiore equità nel rapporto tra popoli e Stati, non potremo mai avere la pace nel mondo, e avremo sempre persone alla disperata ricerca di un po’ di dignità. E non è con la risposta data a Leonarda dal presidente francese, il socialista Hollande – «tu sì, la tua famiglia no» – che si può assolvere a un bisogno così grande. Una risposta ineccepibile sul piano della legge quella data dal primo cittadino di Francia, ma misera sotto il profilo umano. Ma in Francia, come in molti altri Paesi – e qualcuno vorrebbe che fosse definitivamente così anche in Italia – la famiglia – quella naturalmente costituita da un uomo e una donna – non è più considerata come nucleo fondante della società; altre ideologie, altri teoremi hanno portato le istituzioni a non investire su questa cellula che genera amore e attraverso l’amore genera futuro. I figli non sono forse il futuro? Non sono forse quelli che daranno continuità alla nostra generazione? Chi crede nella famiglia sa anche che essa va curata e salvaguardata, ancor più i figli nelle fasi delicate della loro crescita. Va tenuta unita. Proprio per questo Leonarda non ha accettato l’offerta di Hollande: i valori e i princìpi di questa ragazza sono sicuramente più validi e nobili di quelli di quanti, in forza di un’osservanza di legge, le offrono accoglienza in cambio della rinuncia a madre, padre, sorelle e fratelli. Di fatto le suggeriscono di rompere il legame su cui si fonda la famiglia...
Adelio De Gol, Feltre (Bl)
Condivido, caro signor De Gol, le sue amare considerazioni sull’espulsione di Leonarda e di tutta la sua famiglia, pur eseguita a regola d’arte, con tutti i crismi di legge. E colpisce anche me che a proposito della elementare verità della vita e della famiglia, questa quindicenne e una marea di suoi coetanei francesi ne sappiano umanamente di più dei poco umani governanti parigini (e di non pochi intellettuali). Ma soprattutto apprezzo la lucidità con la quale lei coglie un punto che ad altri sembra stranamente sfuggire: ancora una volta, in questa nuova vicenda d’Oltralpe a venire colpita in modo emblematico da un inesorabile atto legale è stata, assieme alle persone che la costituiscono, quella che viene definita "famiglia tradizionale", cioè generata da una donna e un uomo. E così, proprio mentre nel nome dell’identico valore di ogni tipo di "relazione" si organizzano conseguenti azioni legislative (come il cosiddetto "matrimonio per tutti", cioè per persone dello stesso sesso), emergono, in tutta evidenza, un incredibile disprezzo verso la "vecchia" struttura della famiglia e una letterale voglia di espellerla, per salvare tutt’al più l’individuo singolo, una ragazza entrata, guarda caso, nel cono di luce dei mass media. La soluzione Hollande: Leonarda può rientrare in terra di Francia, genitori e fratelli no. So anch’io che non stiamo parlando di una famiglia dalla storia esemplare, ma impressiona quanto poco contino le fondamentali relazioni di sangue e di amore che legano le persone in un Paese nel quale si è sprecata retorica sulla dignità assoluta di tutti gli "affetti". Come se questo affetto fosse di serie B . Qualcuno obietterà che la metafora del disprezzo e dell’«espulsione della famiglia» è forzata, perché qui si parla "solo" di immigrazione fuori dalle regole di una famiglia rom. Purtroppo, però, questa non è una metafora, è una realtà. Una realtà che va cambiata e che, qui da noi, comunque, non può e non deve essere imitata.