Le opinioni di Fedeli e i suoi doveri: non pre-giudichiamo ma valuteremo
mercoledì 14 dicembre 2016

Caro direttore,
definire l’entrata nel Governo Gentiloni della nuova ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli come “un debutto”, mi sembra sminuire il pugno nello stomaco inferto al Family Day. E soprattutto passare nel silenzio che questa nuova governante ha in animo di introdurre il “gender” nelle scuole italiane. Ne trarrà certamente giovamento la famiglia... Cordiali saluti
Giovanni Martinetti

Gentile direttore,
sono un insegnante e oggi mi sento particolarmente indignato perché i “cattolici” Renzi e Gentiloni hanno affidato il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca a una donna politica nota per la sua predilezione per la teoria “gender”. Cordiali saluti.
Italo Luciani


La senatrice Valeria Fedeli ha opinioni note e ribadite, anche perché si è battuta a più riprese e con qualche successo in Parlamento sul fronte delle «discriminazioni» (non solo) sessuali e in particolare perché nel sistema di istruzione italiano l’offerta formativa assicuri «l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità di genere, la prevenzione alla violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle relative tematiche». Concetti che sono suonati allarmanti nel tempo dell’offensiva condotta dai “teorici del gender” (lo so che l’espressione è sommaria, ma fa sinteticamente capire di che cosa stiamo parlando: l’idea che il sesso di una persona non sia innanzi tutto un dato di natura, ma puro frutto di cultura e di personale elezione). Un’offensiva che questo giornale ha documentato e con la sua informazione ha contribuito a contrastare. Beh, intanto è forse inutile o forse invece indispensabile chiarire una volta di più che, grazie a Dio, siamo in tanti, tantissimi, a essere contro le discriminazioni e le violenze nei confronti di chiunque (e proprio per questo bisognerebbe evitare di far deragliare il senso di espressioni così forti e così giustamente coinvolgenti: genere, discriminazione, bullismo...). Così come siamo in tanti, credenti e non credenti, a essere laicamente contro l’idea di un’imposizione “dirigista” da parte dello Stato di una “verità di genere” sulla nostra umanità tesa a negare la realtà primaria e fertile della differenza sessuale maschilefemminile. La senatrice Fedeli ha spesso protestato di essere stata vittima di malevole interpretazioni del suo pensiero e della sua azione su queste tematiche... Bene, ora è nella condizione, per l’alta responsabilità ministeriale che ha appena assunto, di dimostrare l’autentico significato di ciò che ha affermato e la verità delle sue proteste di retta intenzione. Mi auguro, e penso che dobbiamo augurarci tutti, che questo avvenga. Ricordo spesso l’inqualificabile e violento spettacolo offerto dal tiro al bersaglio politico-mediatico contro Rocco Buttiglione, euroministro designato e “impallinato” perché “colpevole” di avere da cattolico convinto una posizione limpida a favore del matrimonio come unione di un uomo e una donna. Buttiglione, laicamente, a quei laicisti intolleranti spiegò in sostanza che un uomo di governo deve saper essere coerente con sé stesso e con i valori che lo ispirano nel perseguimento del bene comune e che questo comporta anche il dovere di non intaccare diritti o possibilità consentite dalla legge e tali da non recare danno ad altri. Non bastò, o forse non capirono o non vollero comprendere. Ecco: penso che i buoni cattolici, a differenza dei laicisti, non nutrano pregiudizi, ma abbiano idee chiare. Per quanto ci riguarda siamo disposti, dunque, a dare pieno credito al giuramento sulla Costituzione di un ministro della Repubblica e questo, infatti, facciamo come tutta una serie di realtà associative che di scuola, libertà e rispetto se ne intendono. Ma siamo ovviamente capaci di valutare ogni scelta che verrà fatta. Questo accadrà anche con Valeria Fedeli come con ogni altro ministro. Non sono un problema le persone che hanno idee, ma quelle che non sanno qual è il loro dovere verso il Paese che sono chiamati a governare.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI