Le candidature al Quirinale non possono essere per boutade
mercoledì 19 gennaio 2022

Gentile direttore, sono un lettore della domenica e sono stato colpito dalle lettere a lei dirette, pubblicate domenica scorsa 16 gennaio, che esprimevano tutte un giudizio fortemente negativo sull’ipotesi di una candidatura di Silvio Berlusconi a Presidente della Repubblica. Considerando pure che i giochi non sono così chiari e definiti, il mio dispiacere non è tanto per le voci contrarie all’ipotesi, ma è per aver letto dalla voce dei lettori una sola e ampia critica a questa ipotesi. Non condivido questa posizione unilaterale che per me è contro il centrodestra. Con questo non voglio difendere Berlusconi, ma penso che pure gli altri, schierati a centrosinistra, non siano i soli puri. Se lei pensa che il mio giudizio sia errato, avrei piacere essere aiutato a capire meglio. Anche se sarò l’unico in controtendenza ci tenevo a evidenziarlo. Le auguro buon lavoro.

Angelo Ceresa Induno Olona (Va)


Caro direttore, spero che la candidatura di Berlusconi al Quirinale sia solo una «boutade», per rendersi interessante ancora una volta agli occhi del mondo. Un gioco a sparigliare le carte, utilizzando anche gli alleati. Spero che all’ultimo momento faccia un passo indietro, e dica: “...ho scherzato!”. In tal caso, la sua frivolezza sarebbe irritante, ma respireremmo un sospiro di sollievo. Se invece puntasse davvero a diventare Presidente, sarebbe preoccupante.

Lucia Oriani Milano


Gentile direttore, vorrei partecipare all’ormai già noioso ritornello riguardante la auto-candidatura di Berlusconi alla Presidenza della Repubblica. A mio parere giova a Berlusconi stesso, non tanto per una sua inverosimile nomina, ma soprattutto per far parlare di sé, riportandosi al centro dell’attenzione mediatica. Ma mi viene anche in mente che forse Berlusconi sta muovendo tutto questo cinema, per far passare alla fine un suo uomo o donna, senza troppi ostacoli, facendosi da parte al momento opportuno... Questa ipotesi potrebbe essere confermata dai nomi, apparsi anche su “Avvenire”, di figure autorevoli – come Giuliano Amato o Maria Elisabetta Alberti Casellati – che personalmente mi auguro possano essere portati avanti, il che farebbe passare Berlusconi come un uomo politico affarista, moralmente discutibile, inaffidabile, imbarazzante nei confronti dei partner europei, ma alla fine... amante della Patria (senza rischi per la Patria stessa!). Spero! Grazie per il vostro lavoro.

Paolo Parenti Basiglio (Mi)


Gentile direttore, sono una nonna di 83 anni e i miei ricordi risalgono alla fine della seconda guerra mondiale. Sono cresciuta in una famiglia di 11 figli con tanti sacrifici. Oggi ho 12 nipoti! Mi sento indignata invece sentendo proporre Silvio Berlusconi come candidato alla Presidenza della Repubblica. Mi domando come si possa, sapendo i suoi precedenti, proporlo come garante della Costituzione e primo fra tutti i cittadini italiani. Dov’è mai l’alto profilo? Spero che i capi di partito abbiano il buonsenso di aprire gli occhi e capire le cose prima che sia troppo tardi!

Cristina Galli Livigno (So)


Caro direttore, mi hanno scosso le parole di autorevoli esponenti del centrodestra circa la figura di Silvio Berlusconi come la più «autorevole» di quello schieramento. Tocca ora a lui sciogliere la riserva sulla formale candidatura alla Presidenza della Repubblica. Ma, per la storia del personaggio, in questa scelta e in quella definizione mi pare di rilevare una mancanza di rispetto nei confronti di una parte importante di persone che si considerano di centrodestra. Persone, anche semplici, che hanno riferimenti valoriali nelle basi stesse del mondo liberal- conservatore. Penso insomma alla sincera aspettativa di tantissimi italiani, di ogni opinione, di un nuovo Presidente la cui figura possa rappresentare un altissimo riferimento etico e morale. Scrivo queste parole con il massimo rispetto per chi ha il cuore a destra.

Luca Soldi Prato


Al gentile signor Ceresa vorrei dire che ho imparato sempre meglio, nel corso degli anni, ad “ascoltare” la realtà e il sentire delle persone, pur mantenendo saldi quei valori che sono essenziali per formarmi e aiutare a formare, visto il lavoro che faccio, un’opinione su persone, cose e situazioni. Valori, sia chiaro, che non mi appartengono, ma ai quali caso mai io appartengo. Tenerli cari, ed esprimerli anche quando è scomodo, è un esercizio importante. Rispetto perciò il sentimento che Ceresa esprime così come rispetto quello delle signore Oriani e Galli e dei signori Parenti e Soldi. Sono lettori e lettrici veri e pensanti. E le lettere che decido via via di pubblicare sono quelle che ricevo: pensieri di persone serie che sanno esprimere in modo civile e altrettanto serio posizioni anche “forti”. Così domenica scorsa, così oggi. Detto ciò, ho già detto come la penso sulla improponibile ascesa di Berlusconi al Colle e non mi ripeto. Aggiungo solo di intravvedere anch’io, in questa vicenda, giochi spregiudicati e possibili tentativi di spariglio. E ricordo un adagio ripetuto sino alla noia in questi giorni: al Quirinale si viene candidati, non ci si candida. Ancor meno per fini obliqui o solo per boutade. (mt)

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