Caro direttore,
non ci dormo su dal ritorno di Francesco dall’ultimo viaggio apostolico e a causa della vibrante testimonianza di un non esattamente giovane ma brillante miliardario e politico statunitense. Grazie a quest’ultimo ho appreso, con grande sconforto, la notizia secondo la quale il Papa sarebbe «una pedina manovrata dal Messico». Quest’uomo tra poco tempo potrebbe diventare l’uomo più potente del mondo. Ora la mia fede vacilla. Che delusione! Era così bella la testimonianza con la quale Francesco ci invita sempre, anche nelle difficoltà della vita, a confidare nella «speranza che non delude». Ed era utile e urgente comprendere come Potenza e Misericordia non siano tra loro in contraddizione, ma piuttosto si completino una con l’altra nell’Amore, come in Dio così anche in chi è fatto a Sua immagine e somiglianza. Come la carezza di una madre al proprio bambino. Come l’abbraccio tenero e potente del nostro Battesimo. E forse è per questa Potenza e per questa Misericordia che “la porta è stretta”, ma il cielo è grande. E invece era tutto un trucco per favorire il Messico! È proprio vero che ormai non ci si può più fidare di nessuno…
Carlo Vallenzasca - Seriate (Bg)
Capisco bene la sua amara ironia, caro signor Vallenzasca, e spero che la capiscano altrettanto bene tutti. Se negli Usa frotte di elettori repubblicani stanno preferendo Donald Trump sino a lanciarlo verso la corsa alla Casa Bianca, potrebbe persino darsi che qualcuno, qui da noi, creda per davvero che le sue battute senza stile e senza senso siano più credibili del magistero del Papa! C’è solo da sperare che l’una e l’altra possibilità si rivelino pura illusione ottica. Se questo è uno dei vertici della potenziale classe dirigente della superpotenza del mondo, povera politica... Nel ’68 si sarebbe detto: una risata lo seppellirà. La tentazione di provarci c’è. Ma meglio una “valanga” di umanità, e di semplice buon senso.