Gentile direttore,
leggo la notizia relativa ai partecipanti al test di Medicina e il cuore mi si riempie di tristezza. Anche io feci quel test, più di 25 anni fa, quando solo alcune università avevano il numero chiuso e non era così difficile “entrare a Medicina”. Eppure ero tesa, preoccupata, perché da quel test sarebbe dipeso il mio futuro e la realizzazione dei miei sogni, anche se sapevo che se non fossi riuscita ad entrare in quella università, quasi tutte le altre mi avrebbero aperto le porte senza problemi. Immagino quindi cosa possano provare i candidati di oggi, che per realizzare i loro sogni devono solo sperare di superare il test. Altrimenti o aspettano un altro anno o devono scegliere un’altra facoltà. Non sono contraria al numero chiuso, perché una programmazione è necessaria se si vuole evitare di trovarsi con una pletora di medici disoccupati. Quello che mi preoccupa è la corruzione dilagante del nostro Paese e il nepotismo diffuso, che rendono questi test una farsa. Come una farsa sono anche gli esami di Stato per certe professioni: è il caso dell’esame di stato per diventare avvocato, per esempio. Ci sono schiere di aspiranti avvocati che vengono ripetutamente respinti all’esame scritto e conosco persone che quando son andate a ritirare le loro prove si sono rese conto che i loro compiti non erano stati nemmeno letti. Mi creda: non sto parlando per sentito dire, ma per diverse esperienze dirette. Tutto questo è deprimente, perché continuiamo a vedere giovani capaci costretti a rinunciare ai propri sogni non per incapacità ma perché non hanno (o non vogliono avere) nessun “santo in paradiso”. Spero che prima o poi chi è complice di questo sistema si renda conto che distruggere i sogni e le speranze di una persona è tra le cose più terribili che si possano fare.
Miriam Valentini
Prendo terribilmente sul serio la sua testimonianza-denuncia, gentile dottoressa. E condivido le sue severe conclusioni. Ma posso dire anche, sulla base della mia stessa esperienza, che non tutto e corruzione e/o camarilla nel nostro Paese. E che è possibile assecondare la propria vocazione e riuscire nel lavoro seguendo vie diritte e limpide. Ognuno può fare la sua parte perché questa sia sempre la regola.