La rivoluzione verso la felicità
venerdì 16 settembre 2022

Il rapporto sul Benvivere delle province e da quest’anno, per la prima volta, anche dei comuni italiani vuole giocare un ruolo di avanscoperta, portando negli indicatori e nelle classifiche di qualità della vita acquisizioni nuove e recenti della frontiera e della ricerca nelle scienze sociali, acquisizioni non ancora sedimentate nel mondo della divulgazione e della comunicazione.Il punto di partenza della rivoluzione statistica che ci spinge a muovere verso l’obiettivo della generatività è sempre lo stesso: possiamo avere reddito, salute, istruzione (essere quindi in cima alla classifica degli indicatori multidimensionali di benessere oggi più in voga) ma passare la giornata sdraiati sul divano ed essere profondamente infelici. Per quale motivo? Perché l’ultimo miglio della felicità sta nell’accendersi e mobilitare le nostre energie per un fine che ci appassiona e di cui percepiamo l’impatto generativo, ovvero la capacità di creare opportunità positive nelle vite di nostri simili.

L’obiezione potrebbe essere che quest’ultimo miglio dipende unicamente da disposizioni caratteriali del soggetto o da umori e capricci del momento. Quello che invece sempre più risultati empirici mettono in evidenza è che la generatività ha contenuti precisi che mettono in correlazione positiva la capacità del nostro agire di produrre risultati positivi sulla vita altrui e la soddisfazione di vita.

Se questa è la chiave della generatività individuale, la "generatività pubblica" dei territori consisterà nel creare le condizioni migliori affinché i cittadini che li abitano possano avere una vita generativa, superando ostacoli legati a reddito, salute, età, discriminazioni e altre condizioni di vita. Se ci riflettiamo, il concetto di "generatività pubblica" definito sulla base delle evidenze empiriche più recenti converge verso quell’idea di bene comune della Dottrina sociale della Chiesa definito come «le condizioni che rendono più piena e veloce la realizzazione di vita delle persone».

Gli indicatori chiave per misurare la generatività dei territori nel rapporto sono la longevità attiva, che è un risultato della generatività applicato alla sfida dell’età che avanza, una quota bassa di "Neet" (i giovani che non lavorano né studiano) ovvero di giovani che non cadono nella trappola dell’assenza di generatività e, ovviamente, tutto ciò che misura la capacità di un territorio di favorire la nascita di imprese, organizzazioni sociali e famiglie, rimuovendo ostacoli come accesso al credito e accesso all’istruzione.

Dal punto di vista dei processi sociali, la chiave della generatività è nella numerosità e fertilità dei percorsi di partecipazione, di cittadinanza attiva, di co-programmazione e co-progettazione tra cittadini, reti di organizzazioni ed amministratori locali. Se ben gestiti anche sul fronte di dinamica, tempi e aspettative, questi processi sono anche quelli capaci di maggiore fertilità politica, perché in essi gli amministratori locali riconoscono socraticamente di non sapere tutto e lavorando con le parti sociali sanno mettere assieme e in rete un tesoro di competenze, esperienze e punti di vista originali e complementari.

La rivoluzione della generatività è ormai arrivata in economia, in finanza e sta portando allo sviluppo di metriche opportune sempre più attente a valutare impatto socioambientale dei progetti. La finanza di scopo con le emissioni di green e social bond è un esempio di una nuova finanza che non guarda solo a rischio e rendimento ma che propone ai sottoscrittori attività finanziarie che si danno l’obiettivo di generare impatto sociale ed ambientale.

I prossimi traguardi della provocazione dell’introduzione della generatività negli indicatori di benvivere sono quelli di adottare gli stessi criteri nella valutazione delle proposte politiche come capaci di portare progressi o regressi sulle dimensioni chiave della generatività (partecipazione, cittadinanza attiva, impatto sociale, impatto ambientale) e far diventare questo l’orizzonte verso cui orientare il percorso delle politiche locali, nazionali ed europee del futuro. Essere sostenibili è fondamentale ed oggi condizione di sopravvivenza di fronte alla crisi climatica ma indica piuttosto il rispetto di un limite e non un obiettivo massimo verso cui tendere. Rispettare i requisiti di sostenibilità puntando alla generatività indica in modo più proprio e più ricco contemporaneamente vincoli e punto all’orizzonte che può e deve rappresentare la meta del nostro agire e progettare pubblicamente.

TUTTI GLI ARTICOLI SUL BENVIVERE

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI