Ha fatto il giro del mondo la notizia dell’elezione di un venezuelano, padre Arturo Sosa Abascal, a nuovo superiore generale della Compagnia di Gesù. Più che comprensibile: nella loro storia, mai prima d’ora i Gesuiti avevano avuto un 'Papa nero' extraeuropeo. Ma ormai i tempi per un generale proveniente dal Sud del mondo – in sostituzione dell’uscente, lo spagnolo Adolfo Nicolas – erano maturi, se solo si considera che rispetto all’ultima congregazione generale, svoltasi nel 2008, il peso della componente del 'global south' era aumentato del 5 per cento, arrivando a sfiorare il 60% degli elettori. Il trend delle vocazioni dei Gesuiti parla chiaro: nel corso dell’ultimo mezzo secolo, sono calate ovunque, ma non in Asia e Africa, dove anzi aumentano: il 63% dei novizi (coloro che hanno chiesto di divenire Gesuiti), ad esempio, ed il 65% degli scolastici (i Gesuiti studenti) vengono da questi due continenti. Emblematico il caso del Vietnam: nel 1975, anno in cui i Gesuiti stranieri furono cacciati dal paese, erano 26; oggi sono 210, quasi dieci volte tanto. L’elezione di un non europeo alla guida di uno degli ordini religiosi più importanti è, però, l’ultimo anello di una catena, una tappe ulteriore di un cammino iniziato da tempo che fa parte di un fenomeno più generale, ossia lo spostamento verso il Sud del mondo dei fedeli della Chiesa cattolica. Un fenomeno ampiamente documentato, per quanto concerne le Chiese cristiane, dai libri di Philip Jenkins.In questo giro orizzonte che, ovviamente, non ha pretese di completezza, partiamo da un ordine religioso non meno noto dei Gesuiti, ossia i Salesiani. Già nel 2002 il Capitolo aveva eletto, come Rettor Maggiore e successore di Don Bosco, un messicano, don Pascual Chávez (nella foto), riconfermato poi nel 2008 e rimasto in carica sino al 2014. Anche i Legionari di Cristo, dopo le vicende travagliate degli ultimi anni, hanno individuato – nel capitolo straordinario del 2014 – il loro generale in un messicano, il padre Eduardo Robles-Gil, nato nel 1952. I Domenicani da tempo sono abituati ad avere una guida non europea: l’ultima in ordine cronologico è stata Carlos Alfonso Azpiroz Costa, argentino di Buenos Aires, che da un anno circa è arcivescovo coadiutore di Bahía Blanca. Nel 2001 era stato eletto maestro generale dell’ordine.Nel febbraio del 2015 è, invece, in Brasile che i Paolini, hanno 'pescato' per trovare il settimo successore del beato Giacomo Alberione. Ora il loro responsabile è don Valdir José De Castro (nella foto), 55 anni. Sempre dal Brasile, una delle più vivaci Chiese del Sud del mondo, veniva padre Aquileo Fiorentini, originario del Rio Grande do Sul, che nel 2005 venne eletto nuovo Superiore generale dei Missionari della Consolata, che ha il suo quartier generale a Torino.Veniamo agli Oblati di Maria Immacolata, che festeggiano quest’anno i due secoli di fondazione: il capitolo, celebrato poche settimane fa, ha rieletto come Superiore Generale padre Louis Lougen (la prima volta risale al 2010), che è nato negli Usa nel 1952. Dagli States viene anche il Ministro generale dell’ordine dei Frati minori, Michael Anthony Perry, eletto nel 2013. I Verbiti, uno degli istituti missionari più diffusi al mondo, hanno avuto per 12 anni (dal 2000) alla guida il filippino Antonio M. Pernia.Interessante anche il caso dei Comboniani. Un anno fa l’istituto fondato da san Daniel Comboni ha scelto di affidare la guida a un etiope, padre Tesfaye Tadesse Gebresilasie, nato nel 1969 ad Harar. È il primo africano a ricoprire l’importante incarico. Ma un Superiore generale non europeo i Comboniani l’avevano individuato già nel 1991, eleggendo padre David Kinnear Glenday, indiano di nascita anche se scozzese di adozione. Nel 2009 era poi toccato a un messicano, padre Enrique Sánchez González, classe 1958, raccogliere l’eredità del Comboni.I Missionari d’Africa (conosciuti come Padri bianchi) hanno scelto nel 2010 per la prima volta un superiore generale africano. Si trattava del ghanese Richard Kuuia Baawobr (nella foto), classe 1959, che papa Francesco, alla scadenza del mandato ha nominato vescovo della diocesi di Wa (Ghana).Quanto alle Comboniane, molto diffuse soprattutto in Africa, una suora brasiliana, Luzia Premoli (nella foto), ha appena concluso il suo mandato di 6 anni come superiora generale, passando il testimone a un’italiana, Luigia Coccia. Restando sempre in ambito missionario e femminile, da registrare – nel 2013 – la riconferma, ai vertici delle suore francescane missionarie di Assisi, di suor Juliana Malama (nella foto), zambiana, che era stata scelta come superiora generale dell’istituto la prima volta nel 2007.Nativa della Nigeria, è suor Veronica Openibo (nella foto), eletta nel 2010 prima superiora generale africana della congregazione di matrice anglosassone Society of the Holy Child Jesus. Dall’India, invece, proviene suor Anneyamma Rosilla Velamparambil, responsabile delle Missionarie dell’Immacolata: del resto, i due terzi delle religiose dell’istituto – che in India sono vestite con un abito che ricorda quello delle donne locali – vengono proprio da lì. L’istituto è 'gemello' del Pime che, a 166 anni dalla fondazione, continua – per il momento – ad essere a guida italiana, anche se ormai da anni membri provenienti dal Sud del mondo sono entrati nella Direzione generale.
A proposito di India: è noto che la prima superiora generale delle Missionarie della carità, che prese il testimone da Madre Teresa alla sua morte, è stata suor Nirmala Joshi (nella foto). Nata a Ranchi, di religione indù, diventò cattolica negli anni ’40 dopo l’incontro con Madre Teresa. È rimasta in carica sino al 2009, quando il suo posto è stato preso dalla tedesca sister Prema Pierick.Fin qui istituti missionari e congregazioni religiose. Ma la tendenza ad affidare il governo a non europei è qualcosa che riguarda anche formazioni ecclesiali differenti. I Foyer de Charité, ad esempio, realtà laicali ispirate alla figura della francese Marthe Robin, una delle più importanti mistiche del secolo scorso, hanno puntato su un non europeo: dal giugno scorso a condurli è un senegalese, Moses Ndione, 57 anni. È lui il 'padre moderatore' (responsabile) per i prossimi 4 anni della rete dei 78 Foyer de Charité sparsi nel mondo. Da ultimo, ricordo il caso di Emmaus International. A rigore, il Movimento mondiale per la lotta alla miseria, fondato a Parigi nel 1949 dall’Abbé Pierre, è aconfessionale, anche se ne fanno parte molti cristiani. In aprile ha eletto Patrick Atohoun, originario del Benin, primo leader non europeo del movimento. Per quanto il censimento sia incompleto e frammentario ce n’è abbastanza per capire che la realtà della Chiesa nel mondo è decisamente più in movimento di quanto non immaginiamo e che le distinzioni fra 'centro' e 'periferia' presto saranno (o forse già lo sono) completamente da ridisegnare.