Caro direttore,
così come ci sono profumi che se indossati lasciano una scia non sempre gradevole per tutti (i gusti sono diversi!), ci sono anche persone che al loro passaggio lasciano una scia di sé. Questo accade quando una persona, soprattutto se non del luogo (nessuno è profeta in patria), si presenta a noi per chiedere qualcosa con due semplici parole: 'Scusi, per favore... può indicarmi dove posso trovare ...'. A quel punto ci accade qualcosa che prima ci disorienta e poi cambia profondamente il nostro stato d’animo che fino ad allora, chiusi come siamo in un individualismo dilagante, non ci disponeva a generose aperture né a darci da fare volentieri per gli altri. Quelle semplici e umili parole fanno cessare d’incanto malumori e indifferenze e ci sollecitano a farci parte attiva e buona come se fossimo altre persone che non avevamo coscienza di essere. Ci adoperiamo volentieri, ci frughiamo dentro per estrarre il meglio per aiutare quella persona e, se non sappiamo farlo, ci dispiace; e la invitiamo gentilmente a rivolgersi a chi lo può fare. Alla fine delle nostre indicazioni, prima d’incamminarsi e sorridendo, ci dice un 'Grazie' che ci invita a seguirla con gli occhi fin dove riusciamo per essere sicuri che non si sbagli, e ci attira con sé ben oltre il nostro sguardo in quella 'scia che rilascia e che segna chiaramente la differenza con la scia eccessiva dei profumi. La sua è una scia di ben altra natura. È simile a quella della cometa natalizia che annuncia una vita nuova che viene o a quella sempre attuale di san Francesco, ci coinvolge e ci fa sorgere il desiderio di esprimere a nostra volta un 'grazie' d’infinita gratitudine. Buona giornata a tutti in nome della fratellanza e della gentilezza.
Gianni Marieschi
Non ho nulla da aggiungere alle sue parole ispirate all’enciclica 'Fratelli tutti' di papa Francesco. Mi limito a seguire sin qui la «scia» buona che lasciano in pagina, gentile e caro amico. E, condividendo il suo augurio finale, la saluto con un semplice grazie