Gentile direttore,col mese di ottobre ormai alle porte, arriva puntuale la Festa dei nonni. Voglio subito dire che la ricorrenza mi riempie di malinconia. Ogni anno mi porta alla mente i tanti anziani abbandonati e lasciati soli nelle case di cura. Lontani dagli affetti a loro più cari, molte volte sono vittime dell’indifferenza e dell’egoismo di chi dovrebbe curarli e soprattutto amarli. Talvolta il gerocomio diventa la "dependance" delle famiglie. Si pagano rette anche altissime per alloggiare quelle persone ormai deboli, che hanno troppo bisogno di cure per le quali non abbiamo tempo da dedicare e forse neanche la voglia. I ritmi della vita moderna sono forsennati, c’è la crisi degli alloggi, la coabitazione diventa difficile, spesso è meglio pagare una struttura e non avere pensieri. Ogni tanto si fa loro una visita, si portano dei fiori, una scatola di cioccolatini, le foto dei nipotini, e poi via. Fuori c’è il mondo che ci aspetta, ci reclama, ci sollecita, ci esalta, ci deprime, c’è comunque la nostra vita: quella che vogliamo vivere. Quanti vecchietti a fine visita accompagnano alla porta i propri cari con in mano quella rosa appena ricevuta e nell’altra un fazzoletto. Festeggiamo pure i nostri nonni regalando fiori e cioccolatini, ma anche un pezzetto del nostro cuore.
Michele Massa, Bologna
Da 11 anni anche in Italia si celebra la Festa dei nonni. Il giorno è il 2 ottobre, che quest’anno cade di domenica, dopodomani. Ed è una festa laica e interreligiosa che, però, coincide emblematicamente con la solennità cattolica dei Santi Angeli Custodi. Detto questo, gentile e caro signor Massa, sottoscrivo volentieri il suo garbato e un po’ dolente appello a vivere queste occasioni come momenti non solo formali. Ma lo faccio con la consapevolezza che per tanti è già così e che il rapporto tra le madri e i padri diventati nonni e i loro figli e nipoti non è soltanto e tristemente distante e solitario in una società nella quale, soprattutto nei grandi centri urbani, le famiglie sono diventate piccole e si è spezzata l’unità "verticale" e di luogo di vita di nuclei che raramente ormai tengono insieme più generazioni. Quella preziosa unità, però, si può e si deve ricostituire con le azioni e i sentimenti che lei richiama, descrive e invoca. Un bene indispensabile per tutti, dai più anziani ai più giovani. Un bene, per fortuna, non interamente disperso. Un bene che bisogna tornare a interamente valorizzare. Anche vivendo la Festa dei nonni non soltanto come occasione formale.