La pandemia non merita speculazioni

Mentre il partito globale del buon senso muove passi lenti e contraddittori verso l’uscita dalla crisi, la vasta ed eterogenea coalizione internazionale sovranista risponde ai primi segni ...
September 2, 2020
La pandemia non merita speculazioni
Mentre il partito globale del buon senso muove passi lenti e contraddittori verso l’uscita dalla crisi, la vasta ed eterogenea coalizione internazionale sovranista risponde ai primi segni di affanno con una rapida e prepotente virata verso la strada sociale più pericolosa, il negazionismo. L’inizio sabato scorso a Berlino. E tra pochi giorni lo sbarco a Roma. La prima reazione pubblica sarà quella dell’ironia.

Il primo giudizio sarà 'è solo folklore', evidenziando nei raduni unicamente la componente macchiettistica dei Gilet (arancioni non gialli) di casa nostra. Ma è un errore grave di sottovalutazione, tra l’altro già fatto in passato quando ci si limitava agli 'sfottò' davanti alle tesi stralunate di chi – ad esempio – chiedeva l’uscita dall’Europa e dalla moneta unica o alla ridicolizzazione di chi avanzava ricette economiche autarchiche.

Abbiamo visto com’è andata. Un errore di sottovalutazione perché la rete globale 'no-mask' è potente e strutturata. All’organizzata base 'sovranista' – nel frattempo lievemente assottigliatasi per il rientro di alcune forze politiche nel solco di una maggiore responsabilità – si aggiungono pattuglie di estremisti apertamente neonazisti che dimostrano di avere un’impensabile

presa su giovani e giovanissimi. E la propaganda digitale funziona a meraviglia. Sabato scorso, mentre era in corso il raduno berlinese, moltissimi cittadini in tutto il mondo sono stati raggiunti via Whatsapp e Messenger, anche attraverso utenti sconosciuti, dai video della manifestazione e in particolare dal discorso negazionista – proprio sul palco di Berlino – di Robert Francis Kennedy jr, 66enne figlio del grande Bob, assassinato prima ancora di diventare presidente degli Stati Uniti.

Un’immagine potente: un Kennedy in carne e ossa a dire ai tedeschi che il virus è fuffa. L’armamentario è noto. In sintesi: la pandemia come sistema di controllo di massa per imporre un determinato sistema economico e sociale. Una moda passeggera? La storia recente insegna di no. Ci sono almeno tre motivi per temere seriamente l’onda negazionista. Primo, i possibili effetti negativi sull’imminente stagione vaccinale, cruciale nella strategia di contenimento del virus.

Secondo, l’avvio della strategia di 'convivenza' con Covid-19 che si basa almeno al 50 per cento sulla piena corresponsabilità dei cittadini nei comportamenti preventivi: più persone si 'ribellano' a mascherine e distanze, meno la 'convivenza' può riuscire. Terzo, il prevedibile aggravarsi delle conseguenze economiche e sociali della crisi da Covid, terreno fertilissimo per diffondere in modo massivo le teorie complottiste: a fronte delle fatiche di una difficilissima ricostruzione, a tanti potrebbe presentarsi la scorciatoia di dare la colpa ai 'poteri oscuri'.

Fondamentale sarebbe una risposta tempestiva. Una risposta politica e comunicativa, soprattutto europea. Messaggi chiari, semplici, efficaci e credibili. Che possono emergere però solo da forze politiche e leader – non solo di opposizione, ma anche di governo – che rinuncino all’idea di 'lisciare il pelo' a questi moti, illudendosi di poterli trasformare in serbatoi elettorali. Una risposta anche culturale, con un maggiore impegno delle persone 'di pensiero' a tutela del bene comune. Una risposta ragionevole e ragionata, e anche scientifica, provando a mettersi alle spalle la non edificante stagione degli epidemiologi (e di altri medici) che battagliano tra di loro.

Sul fronte del 'buon senso', infine, le istituzioni italiane – tutte e compatte – hanno un dovere speciale nel dare una pronta risposta ai negazionisti: il Sistema sanitario nazionale è prezioso ma troppo fragile per affrontare i danni di una diffusa e pilotata irresponsabilità.

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