Il Governo che sta per nascere, se vuole veramente essere proiettato nel futuro e mettere a fuoco una delle questioni cruciali del vivere contemporaneo, deve occuparsi trasversalmente del tema della sostenibilità non limitandosi a quella ambientale e sociale ma mettendo al centro il tema più vasto della sostenibilità umana. Essa riguarda quelle condizioni del vivere che rendono l’esistenza ricca di senso e impediscono di precipitare nella "trappola della depressione" con le sue conseguenze negative umane, sociali ed economiche. Che il problema sia importante e centrale ce lo suggerisce un fatto di cronaca di questi giorni.
Per la prima volta ieri un colosso farmaceutico statunitense è stato condannato a un risarcimento stratosferico per la morte da overdose di oppioidi di un giovane cittadino di quel Paese. Al di là della questione delle responsabilità, dietro questo fatto si cela un problema gigantesco di crisi di senso della vita nel cuore del sistema economico mondiale (i due epicentri della crisi sono gli Stati Uniti e il Regno Unito).
L’emergenza negli Stati Uniti è tale da aver provocato la morte di 400mila persone negli ultimi dieci anni. Solo nel 2017 le «morti per disperazione» – così definite dal famoso studio del premio Nobel Angus Deaton – sono state superiori alla somma dei soldati americani deceduti nella guerra in Iraq e in Vietnam messe insieme. Il fenomeno è così grave da aver invertito i tassi di mortalità (che tornano a essere in salita) della fascia di età media nei due Paesi.
È come se in due Paesi chiave del sistema economico globale le regole del vivere abbiano progressivamente prosciugato le radici della ricchezza di senso di vita, rendendo gli esseri umani molto più fragili e vulnerabili e minando le condizioni di sostenibilità umana dell’esistenza. Gli studi scientifici parlano chiaro. Abbiamo milioni di dati che ci insegnano che i fattori chiave per rendere una vita ricca di senso sono l’impegno e il successo nella vita di relazioni (interpersonali e spirituali), un lavoro gratificante e generativo, un buon livello d’istruzione. Molto interessanti i dati sulle relazioni affettive dove emerge chiaramente la dimensione del rischio. La relazione stabile e "di successo" produce senso e soddisfazione di vita superiore a una condizione da single e riduce di conseguenza la probabilità di depressione.
Ma il fallimento o la rottura della relazione (separazione, divorzio e perdita fisica del partner) fanno precipitare in una situazione peggiore di quella del single. Investire nelle relazioni è rischioso come lo è investire comprando un’attività finanziaria. La differenza però è che il rischio dell’attività finanziaria non dipende da noi, mentre quello che determina il successo o il fallimento della vita di relazioni in buona parte (anche se non del tutto) sì. Se c’è una caratteristica delle società moderne è quella di sottovalutare l’importanza dell’educazione affettiva trasformando le relazioni in beni di consumo da rottamare quando ritenute non più di "ultimo modello". Fondamentale e triplice il ruolo dell’istruzione superiore.
Aiuta ad avere lavori più gratificanti e generativi, contribuisce positivamente alla condizione economica e fornisce di per sé una griglia interpretativa più solida e articolata che ci consente di vivere la realtà in modo più ricco di senso fornendoci quel bene preziosissimo che è la cultura. Molto importante sullo sfondo il senso della virtù, dello sforzo dell’investimento per accedere a beni superiori (appunto istruzione, formazione spirituale, qualità della vita di relazioni, abilità sportive). L’investimento (quello in beni strumentali) non è solo fondamentale per rilanciare oggi la nostra economia, ma è una categoria dell’animo. Vuol dire non restare schiacciati sulla disperazione di un presente senza domani, avere fiducia e credere nel futuro e lottare per creare un mondo migliore per le generazioni future e per noi stessi.
Sarebbe pertanto bello e importante se nella nuova esperienza di Governo che, a quanto pare, sta per nascere ci fosse un’attenzione 'trasversale' al tema della ricchezza di senso della vita che inevitabilmente viene influenzato negativamente o positivamente da scelte e decisioni prese nei tradizionali ambiti dell’azione di governo (Salute, Istruzione, Tesoro, Sviluppo economico, Lavoro, Politiche sociali).
I nostri medici sono per fortuna più prudenti di quelli anglosassoni nella prescrizione di oppioidi, ma questo è solo l’effetto di un problema e di una malattia più profonda. Un’attenzione particolare a questo tema vuol dire orientare l’attività di governo a ciò che veramente conta e può rendere la vita dei cittadini più felice, soddisfacente e ricca di senso.