Il lavoro non è attesa e il Reddito di cittadinanza non è elemosina
sabato 6 novembre 2021

Caro direttore,
in alternativa alla proposta apparsa oggi, 5 novembre, per 'sanzionare' i truffatori del Reddito di cittadinanza (percepito senza motivo) suggerisco di ispirarsi a Matteo 20,1-16. Per avere diritto al Rdc una persona dovrebbe recarsi nelle 'piazze' e lì attendere che qualcuno gli affidi un lavoro. Non sono un esegeta, ma nella cultura sociale e religiosa ai tempi di Gesù coloro che chiedevano l’elemosina erano solo quelli che avevano delle menomazioni fisiche? Buon lavoro

Francesco Zanatta Brescia

Capisco la sua buona intenzione, caro amico, ma il Reddito di cittadinanza (Rdc) non è un’elemosina. È un presidio civile contro la povertà estrema. E deve tornare a essere orientato anche alla valorizzazione e all’inclusione lavorativa delle persone, secondo la proposta di Alleanza contro le povertà, che ispirò nella scorsa legislatura il Reddito di inserimento (Rei), allora munito purtroppo di inadeguata dote finanziaria. Anche se il famigerato 'in attesa di lavoro' è ormai un modo dire consolidato, il lavoro non si attende mai. Il lavoro si prepara, si cerca e si svolge. E ricordiamoci che oggi le residue piazze dell’attesa sono l’ufficio dei 'caporali', che purtroppo imperversano non solo in certi campi agricoli del Sud, del Centro e del Nord, ma pure nelle città e nelle aree tecnologiche e industriali...

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