Due viaggi papali in due giorni consecutivi, oggi ad Assisi per Economy of Francesco e domani a Matera per la Messa conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale, sono un unicum anche nel pontificato di questo Papa, che pure alle sorprese e alle innovazioni ci ha abituato. Ma quello che più stupisce, e insieme attrae, è la singolare giustapposizione di temi – economia ed Eucaristia – che a un primo sguardo potrebbero apparire lontani e che invece i viaggi così ravvicinati del Pontefice ci invitano a considerare più attentamente.
Da un lato, infatti, è un’ottica differente e più profonda quella che emerge dal magistero dispiegato in questi anni da Francesco sull’economia e i suoi addentellati politici, ecologici e sociali. Dall’altro è una visione con accenti nuovi anche il suo insegnamento sul Corpo di Cristo, più volte messo in relazione con i poveri e con le periferie esistenziali dell’esperienza umana. Al punto che, esaminando meglio le questioni, non ultima quella in qualche modo trasversale della salvaguardia del creato con tutte le sue creature, il legame salta agli occhi facilmente.
C’è, tra gli altri, un passo della Laudato si’ che può essere assunto a paradigma di questo collegamento. Quello in cui il Papa ricorda come «nell’Eucaristia il creato trovi la sua maggiore elevazione», dato che «il Signore, al culmine del mistero dell’Incarnazione, volle raggiungere la nostra intimità attraverso un frammento di materia». Il Pane eucaristico, appunto, che – come si legge nel testo dell’enciclica – «unisce il cielo e la terra» e proietta «la creazione verso l’unificazione con il Creatore stesso». Ecco perché l’Eucaristia è anche «fonte motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente» e «ci orienta a essere custodi di tutto il creato».
Economy of Francesco è proprio il movimento giovanile globale che intende coniugare le attività produttive e l’uso delle risorse con la sostenibilità ambientale, la creazione di ricchezza con la necessaria solidarietà che non lascia indietro nessuno, la promozione umana con l’eliminazione della cultura dello scarto, che spesso dai materiali (secondo la mentalità dell’usa e getta) si estende anche alle persone. Il modello della circolarità, attraverso il riutilizzo e il riciclo dei prodotti il più a lungo possibile, non solo riduce al minimo i rifiuti, fonte di inquinamento, ma implica anche e soprattutto condivisione e corresponsabilità.
«Un’altra economia è possibile», è il concetto guida risuonato anche in questi giorni nella città di san Francesco. C’è dunque al fondo di questo nuovo modo di pensare e di agire una forma autenticamente eucaristica, se è vero, come è vero, che il Pane-Corpo di Cristo è sinonimo di comunione con Dio e con gli altri, i «fratelli tutti», come ha ricordato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, aprendo il Congresso di Matera. È in sostanza la mentalità della cura contrapposta a quella dell’indifferenza, l’edificazione della comunità in alternativa all’individualismo assoluto, la cultura dell’incontro al posto dell’elevar muri o fomentare scontri che degenerano poi in vere e proprie guerre.
Da Assisi e da Matera, unite dalla originale due-giorni di papa Francesco, sale dunque la richiesta di una nuova forma eucaristica da dare non solo alle nostre Chiese, ma alla società intera come all’economia, al lavoro come alla politica (e alla vigilia di un voto importante come quello di domani non è una notazione marginale), alle improcrastinabili scelte di sostenibilità ambientale come all’ecologia umana e alla protezione della vita in tutte – davvero tutte – le sue fasi.
Mai come in questo caso, si potrebbe dire, Eucaristia fa rima con economia e con tutto ciò che riguarda la grammatica dell’umano. E a proposito di economia, risuona soprattutto l’invito potente di Gesù all’atto della moltiplicazione dei pani: «Date loro voi stessi da mangiare». Brano evangelico che non a caso ha aperto il Congresso eucaristico di Matera. Ma che in fin dei conti è anche programma economico che va fatto proprio da ogni uomo e ogni donna di questo tempo di crisi e di squilibri, che richiedono un impegno straordinario e concretissimo di condivisione fraterna.