Come vedi, cara Sonia, abbiamo fatto la cosa più semplice. Ho chiesto ai miei colleghi di pregare una brava collaboratrice di raggiungere con discrezione e in amicizia don Salvatore, promettendo a me stesso che sarebbe stata la prima e ultima richiesta di questo tipo che avrei fatto arrivare sino al coraggioso e gentile sacerdote pugliese. Un uomo di Dio che coinvolge, commuove ed edifica tutti coloro che hanno modo di conoscere la sua storia umana e di fede, che vengono raggiunti dalla sua testimonianza e che sono scossi e felici per la pienezza che ha conseguito in un momento della sua esistenza «impossibile» secondo la logica del mondo che, come si sa, è regolata da quello che papa Francesco chiama il «pensiero dominante». Le benedizioni non vengono mai abbastanza pronunciate e abbastanza impartite in un tempo che propone molti duri modi per maledire e per imprecare. E capisco bene che le benedizioni provenienti dalle labbra e dalle mani di un giovane prete che ripete nella sua stessa carne la fatica del Calvario siano sentite come specialmente preziose. Pensiamo, allora, la benedizione per Barbara come un dono che ci riguarda tutti. E ricambiamolo con una preghiera per don Salvatore e per tutti coloro per i quali sta pregando. Allarghiamo come sappiamo e possiamo questa rete che bene-dice, e ringraziamo il Signore per avercelo fatto incontrare seppur da lontano. Per averci regalato anche un pastore come lui, che ci sta aiutando a capire che il senso della vita è nella personale risposta all’Amore che sappiamo dare, per noi stessi e per gli altri.Marco Tarquinio
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