Attenzione agli onesti che sgobbano, se dimenticano la compassione
martedì 22 ottobre 2024

A casa del ladro mi pare che nessun cronista sia andato. O, probabilmente, quella donna non ha aperto, a difendere i suoi bambini. Tre bei bambini, un maschio e due femmine. Li si vede spesso nella pagina Facebook di Eros Di Ronza, 37 anni, una fedina penale interminabile di piccoli furti, spaccio, droga.A casa del ladro, che domenica deve essere stata per quei tre, che magari lo aspettavano. Un padre “irregolare”, ma a suo modo affettuoso. Li portava al parco giochi, saliva con loro sulla giostra. Il primo giorno di scuola li ha accompagnati, e si era messo sulla testa un berretto che nascondeva il tatuaggio sulla fronte: “Odio”. Perché quel giorno voleva sembrare un papà come gli altri, i figli per mano col grembiule ben stirato.

Eros Di Ronza, ladro e pregiudicato, è l’uomo che a Milano hanno ammazzato a forbiciate mentre strisciava fuori un bar di periferia. Una telecamera di strada testimonia tutto: lui che arriva in motorino con un complice e una grossa sacca. Le quattro, notte fonda e piove a dirotto. Il complice fa da palo, ma non c’è un’anima. Di Ronza usa con abilità un cric, 2 minuti e 26 secondi e la saracinesca cede. Lui entra. Dopo pochi attimi, senza un euro ma con un mazzo di Gratta e vinci in mano, esce strisciando da sotto la saracinesca. Un familiare della padrona cinese della tabaccheria gli è già addosso. Lo colpisce alle gambe con le lame di una forbice. Il ladro, le braccia ancora sotto la saracinesca, non può reagire. Infine cerca di scappare, ma il giovane cinese infierisce. 36 coltellate. 36, pensate: sono tante. Poi chiama il 118, ma Di Ronza è ormai moribondo.

Restano sull’asfalto, sotto a una pioggia implacabile, sparpagliati, i Gratta e vinci. Strano bottino: 50 Gratta e vinci valgono, spesso, zero, o se va bene 20 o 50 euro. A meno che, a meno che la fortuna non si nasconda in uno di quei tagliandi. 100 mila euro, magari. Debiti, droga, tutto a posto in un istante. Forse era questo il sogno del “topo”, in quella notte d’acqua furiosa, deserta. Come poteva andare male il colpo, in una notte così?

Ma il ladro non aveva fatto i conti con la rabbia: la rabbia trattenuta ma potente che abita in molti, nelle periferie metropolitane e non solo, e spasso tra chi lavora duro, come quella famiglia cinese. Rabbia, perché aprire alle sei del mattino basta appena per arrivare a fine mese, e i bar cinesi a Milano non chiudono mai: né a Ferragosto, né a Pasqua. Rabbia per altri furti già subiti, per un’ossessione di assedio, per un furore represso da onesti che si sentono defraudati. Questa rabbia scoppia addosso al ladro come una granata, mentre tenta la fuga. I Gratta e vinci in una pozzanghera. Fine di uno sbandato. Fine di un uomo. Che aveva sbagliato, ma aveva dei figli.

Quanto poi avesse, fin dall’inizio, sbagliato lui o gli altri, attorno, non sappiamo. Per arrivare a incidersi “odio” sulla fronte, ce ne vuole. Le foto su Facebook mostrano un corpo totalmente tatuato, con il volto di una donna, e una croce sul torace. Quasi una dolente mappa geografica, quel petto. Nel suo profilo sul web Eros pare sdoppiato: fuoriserie, e corse su moto di grossa cilindrata, e body building a costruirsi un corpo minaccioso. E poi, con i bambini, ridente, la lingua fuori come loro.

Sui social molti gioiscono, e chiedono l’Ambrogino d’oro per il cinese delle forbici – peraltro, già scarcerato. Io, nata a Milano, questa Milano non la riconosco. C’erano i Vallanzasca, una volta, poi la ferocia terrorista. Ma non si sarebbe esultato per la fine di ladruncolo, giustiziato sul posto. Ammazzato come neanche un cane. Se un cane fosse stato ucciso così un sussulto di pena, giustamente, avrebbe scosso la città. Per un ladro di Gratta e vinci, no. Come se Milano, apparentemente così smart, tutta moda e shopping e grattacieli di archistar, covasse nel fondo di sé una sorda rabbia. Bisogna fare attenzione ai ladri certo, e ai borseggiatori. Ma attenzione, e con più profonda inquietudine, alla rabbia repressa di gente che si alza all’alba e sgobba duro – senza però una speranza vera. Attenzione agli onesti, se hanno dimenticato la compassione, e la pietà.

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