Caro Direttore, leggiamo quotidianamente notizie tristi e dolorose da ogni parte del mondo. Con difficoltà riusciamo a scovare qualche bella notizia, qualche informazione rassicurante, qualche testimonianza positiva. Vorremmo presentare una bella esperienza che il Signore ci ha fatto vivere nei primi giorni di gennaio a 2.400 km da casa. Abbiamo accompagnato nostra figlia per un semestre di studio universitario (progetto Erasmus) a Trondheim in Norvegia nella prestigiosa Ntnu, Università norvegese di Scienza e Tecnologia. Come d’abitudine, in ogni viaggio all’estero individuiamo una chiesa cattolica per assistere alle sacre funzioni domenicali. Siamo giunti in Norvegia il 31 dicembre e alle 18.30 eravamo già in cattedrale per la liturgia del Te Deum. Il primo giorno dell’anno abbiamo assistito alla S. Messa Solenne celebrata dal vescovo Georg Müller. Al termine, lo abbiamo voluto salutare, scoprendo, con nostra grande sorpresa, che parla italiano. Alla celebrazione assistevano persone di tante lingue, di diverso colore (in città è presente gente di circa 70 nazionalità): in quella sperduta terra fredda affacciata sul Mare del nord abbiamo potuto davvero apprezzare e godere dell’universalità della Chiesa cattolica. Una sorpresa davvero esaltante poter seguire la S.Messa in norvegese leggendo i testi e seguendo i canti sul presente su tutti i banchi. Cogliere negli sguardi del celebrante e nei volti delle persone l’intensità della preghiera e l’unione alla preghiera universale di Roma. Dopo la Messa vespertina del primo venerdì del mese siamo stati invitati assieme ai collaboratori e ai fedeli a un simpatico gioco attorno all’albero di Natale con canti tradizionali e dolciumi natalizi, mano nella mano del vescovo che si è unito ai presenti per un girotondo attorno all’albero di Natale. L’accoglienza e la benevolenza con la quale siamo stati accolti e invitati è stata toccante e di rara emozione. Non la lingua, o il colore della pelle o il profilo degli occhi sono stati di ostacolo alla condivisione di momenti di festa, di gioia natalizia, di segni di comunità viva, che contrastava plasticamente con la rigida temperatura esterna. Nel freddo di una città bellissima ma chiusa, abbiamo trovato proprio dal vescovo e dai suoi primi collaboratori della cattedrale la disponibilità e l’ascolto che ci ha consentito di risolvere un grosso problema di ospitalità in cui siamo incappati (la stanza e l’appartamento dalla sede universitaria propostoci erano poco vivibili). La disponibilità delle suore di S. Brigida nella vicina Heimdal è stata veramente ampia, generosa e senza dubbio confortevole. Sapere nostra figlia ospitata tra quelle giovani e simpaticissime monache ci è di grande conforto e di grande serenità. È doveroso riconoscerlo ed è altrettanto doveroso segnalarlo a quanti avranno l’opportunità di andare in quelle località. Vogliamo esprimere la nostra gratitudine pubblicamente alle suore di Santa Brigida e in particolare alle sorelle che tengono in attività la sede di Heimdal, come al vescovo Müllerche nei suoi 12 anni di episcopato ha dato vita a numerose attività apostoliche, invocando il Signore affinché i programmi di quest’anno possano tutti andare velocemente in porto, compreso l’arrivo di un gruppo di religiosi trappisti particolarmente versati nel dialogo con il mondo protestante colà prevalente. Possa il Signore trasmettere alla comunità cattolica di Trondheim tutta l’energia dimostrata dal vescovo e la gioia manifestata dal parroco, dai sacerdoti, dalle religiose e da tutti i collaboratori con i quali abbiamo vissuto momenti davvero entusiasti. Sentirsi cristianamente a casa a 2.400 Km di distanza dal proprio paese è una sensazione che dovremmo riuscire anche noi a trasmettere a quanti si avvicinano alle nostre comunità, con umiltà, dignità e rispetto.
Daniela e Alberto Trevisan Mirano ( Ve)