Paolo Senia
Siamo d’accordo su un punto fondamentale, caro amico: il confronto, nei termini in cui lei lo delinea, è «assurdo e improponibile». Ma come si fa anche solo a pensare Giovanni Paolo II e Benedetto XVI in competizione? Io so una cosa semplice e chiara: i passi nuovi che facciamo non cancellano i passi già fatti, li continuano. E lei – che vive con passione la vita della Chiesa e, magari, segue con un po’ di assiduità anche noi di Avvenire – dovrebbe essere tranquillamente in grado di "leggere" la straordinaria originalità dei diversi pontificati e, al tempo stesso, i forti elementi di continuità tra l’uno e l’altro. Ma se, invece, lei non fosse un nostro lettore frequente, accetti un piccolo consiglio: vada a rileggersi un testo assai bello che abbiamo pubblicato lo scorso 26 settembre (a pagina 3). Si tratta di un "regalo" fattoci da monsignor Georg Gänswein, attuale segretario del Santo Padre. In prima pagina l’avevamo intitolato, guarda caso, «Il cammino di Benedetto», unendo in uno stesso spazio fotografico le immagini di Papa Wojtyla e di Papa Ratzinger. In quel testo troverà spunti di riflessione intensi e, probabilmente, una testimonianza che l’aiuterà a ritrovare uno sguardo sereno sui fatti. Il che non vuol dire rinunciare all’amore speciale per un Pontefice che, intuisco, essere stato il Papa dei suoi vent’anni. Io stesso serbo un affetto e una memoria speciale per Paolo VI e per le risonanze profonde che in me ancora suscitano la sua parola e i suoi gesti, ma ho imparato – e sperimentato – che le parole e i gesti del Papa non finiscono mai. «Come l’acqua, fino alla fine della terra», direbbe don Georg. Continuano, sempre uguali e sempre diversi, a scuoterci e a indicarci la via, a farci conoscere la verità e ad accendere di senso la nostra vita.Quanto alla Gmg è e resterà sinonimo di incontro dei giovani, riuniti intorno a un Padre, con Gesù di Nazaret. Un incontro che, anche quando giovani non si è più, avviene e si rinnova ogni volta che sappiamo corrispondere alla fantasia di Dio. Le auguro e mi auguro di continuare il buon cammino: passo dopo passo, nel tempo che ci è dato.
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